L’episodio dello scontrino recante la dicitura No pecorino, Si frocio ha suscitato una giusta quanto corale indignazione e un’ondata di solidarietà nei riguardi dei due giovani, vittime d’un tale pubblico insulto.
All’allontanamento del cameriere colpevole dell’atto e alla pubblica, sia pur tardiva, richiesta di scuse da parte della dirigenza della Locanda Rigatoni, è seguito , tra il 22 e il 23 luglio, un atto significativo da parte dello stesso ristorante romano. L’appello, cioè, «alla comunità Lgbti di costruire insieme un percorso per riaffermare i valori di tolleranza, rispetto e apertura». Appello che, accolto da Gaynews su incoraggiamento di Franco Grillini, leader storico del movimento Lgbti italiano, si è concretato, il 25 luglio, in un primo incontro in via Domenico Fontana tra dirigenza della Locanda Rigatoni e delegazione Lgbti
Dal lungo confronto si è giunti alla conclusione di lavorare determinatamente perchè simili episodi non avvengano più.
«Abbiamo accolto – dichiara Sebastiano Secci, presidente del Circolo Mario Mieli -, insieme col gruppo social In piazza per il Family Gay e Gaynet (presieduto da Franco Grillini) la richiesta dei responsabili della Locanda Rigatoni di incontrarci per individuare insieme gli strumenti necessari a evitare che questi episodi gravissimi si ripetano in futuro. Vogliamo, sia chiaro, che non c’è stata alcuna intenzione di ridimensionare l’accaduto da parte dei responsabili del ristorante che hanno ribadito più volte il loro rammarico e la loro determinazione a rimediare all’accaduto.
La nostra idea è che la repressione, ossia l’allontanamento del responsabile degli insulti, non può essere l’unico provvedimento ma debba accompagnarsi a politiche aziendali che formino il personale sulle tematiche della diversità per fare in modo che mai più nessuno debba subire episodi di questa gravità».
«Per questa ragione – continua Secci – abbiamo predisposto un percorso di formazione per il personale del locale. Il corso si svolgerà a partire da settembre e consisterà in quattro moduli in cui parleremo di comunità LGBT+ e Pride, politiche antidiscriminatorie e responsabilità sociale delle aziende, elementi di diritto antidiscriminatorio e, cosa fondamentale, chiederemo a vittime di omo-transfobia di condividere le proprie esperienze, perché crediamo sia fondamentale che tutti capiscano gli effetti concreti che queste violenze hanno sulla vita delle persone.
Ad affiancarci in questo percorso ci saranno i formatori, gli psicologi e i legali della nostra associazione che da 35 anni è impegnata nella contrasto a episodi odiosi di discriminazione».
«L’importanza di questi interventi formativi nella lotta all’omo-transfobia – conclude Secci – ci spinge inoltre ad aprire il corso a tutti gli esercenti che possano essere interessati per loro e per il proprio personale. Chiunque volesse partecipare può farne richiesta con una mail all’indirizzo info@mariomieli.org».