Un Ennesimo caso di omofobia. Ma questa volta mista a sessismo. Sarebbe successo nella notte (tra le ore 00:05 e l’01:30) a Taranto presso la gelateria Sandrino.
A denunciare l’accaduto su Facebook il presidente d’Arcigay Strambopoli – Queer Town Luigi Pignatelli, che ha definito l’esercizio commerciale in via Niccolò Tommaso d’Aquino «una cloaca. Ho trascorso più di un’ora lì con tre volontarie giunte da Grecia, Portogallo e Spagna e due dei camerieri non hanno fatto altro che trattare loro come oggetti sessuali e apostrofare me “ri**hione”. Ho risposto per le rime quando non ne ho potuto più. Spero che i titolari li licenzino al più presto».
Le tre volontarie, Eleni, Mari e Tatiana, erano reduci dal laboratorio di teatro sociale e storytelling con minori provenienti dal Sahara Occidentale. Uno dei tanti organizzati nel periodo agostano dall’attivista tarantino, che è anche direttore della Compagnia teatrale Hermes.
Nella discussione, originatasi al di sotto del post, Pignatelli ha ricordato come in passato avessero lavorato presso Sandrino «diversi/e/* ragazzi/e/* LGBTIQ+, ma ora è diventato quartier generale di sessismo e omobitransfobia».
Quando è intervenuto anche il responsabile di sala della gelateria, difendendo con toni piccati i dipendenti, l’attivista ha risposto: «Dica ai suoi dipendenti/colleghi che io non mi sento a mio agio se vengo apostrofato “Ri**hione” e chieda loro se alle loro sorelle mandano baci, se le scrutano con sguardo famelico, se dicono loro “Sei bellissima, amore mio” da quando si siedono al tavolo a quando pagano il conto.
PS. Una ghirlanda arcobaleno, come quella da Lei sfoggiata con orgoglio stasera, non basta a rendere qualcuno/a/* gayfriendly».
A quel punto si sono susseguite le reiterate richieste di scusa da parte del responsabile di sala in un botta e risposta conclusosi poi pacificamente.