Dovrà essere sottoposto ai voti del Bundestag ma il progetto di legge, approvato il 15 agosto dal governo federale tedesco, pone la Germania in posizione antesignana tra i Paesi Ue. Sarà infatti consentita una terza opzione di genere sui certificati di nascita per i bambini intersessuali.
La coalizione guidata dalla cancelliera Angela Merkel ha così aperto agli stessi la possibilità di una registrazione del loro genere come “diverso”.
La legge è diretta conseguenza di una sentenza della Corte federale di giustizia che, nel novembre 2017, ha riconosciuto come discriminatorie delle persone intersessuali le norme allora vigenti sullo stato civile. Dal 2013, infatti, era consentito che fossero registrati senza alcun riferimento di genere (maschile o femminile) i bambini nati con caratteristiche di entrambi i sessi.
Soddisfazione e plauso per quanto attuato dal governo mercoledì sono state espressi dalla ministra della Giustizia Katarina Barley che, parlando di una normativa attesa «ormai da lungo tempo», ha sottolineato come «nessuno possa essere discriminato a causa della sua identità sessuale».
Contattato da Gaynews, il prof. Paolo Valerio, docente ordinario di Psicologia clinica presso l’Università Federico II di Napoli, direttore del Centro di Ateneo SInAPSi e presidente della Fondazione Genere Identità Cultura, ha dichiarato: «Il progetto di legge approvato dal governo tedesco rappresenta un ulteriore passo in avanti rispetto alla depatologizzazione e alla destigmatizzazione della condizione intersessuale e auspicabilmente ridurrà la richiesta da parte dei genitori di sottoporre i bambini e le bambine con genitali atipici a quegli interventi definiti dalla letteratura scientifica più avanzata genital cuttings.
Dovrebbe altresì scoraggiare i chirurghi ad effettuare tali interventi, lasciando alle persone intersessuali l’opportunità di autodeterminarsi rispetto alla loro condizione .
D’altra parte in Italia il Comitato nazionale di Bioetica ha deliberato che bambini e bambine con genitali atipici non debbono essere sottoposti a interventi di “cosmesi” chirurgica e che interventi sui genitali debbano essere realizzati solo in quei casi in cui è necessario intervenire chirurgicamente per salvaguardare lo stato di salute della persona».