Meno di una settimana fa una coppia di giovanissimi palermitani (15 e 16 anni) veniva aggredita nel parco di Villa Giulia da un branco di 20enni. Pugni in bocca e in faccia mentre il più giovane dei due fidanzati riceveva anche un colpo di casco sulla testa.
Un episodio di violenza omofoba che ha scosso il capoluogo siciliano anche per il suo carattere di unicità. Mentre proseguono le indagini della questura per fare piena luce sulla vicenda e identificare gli autori dell’aggressione, i due adolescenti hanno trovato un immediato sostegno in Alessandra Barone, Miss Trans Europa 2015, e dell’intero comitato di Arcigay Palermo.
Abbiamo perciò raggiunto Gabri, una delle vittime, e sua madre, per sapere come stanno vivendo quanto accaduto.
Gabri, come ti senti dopo la drammatica esperienza del 29 agosto?
Sono molto sofferente sia fisicamente sia psicologicamente. Vado avanti grazie a delle gocce calmanti e antidepressive.
Ti è stata manifestata solidarietà?
Sì, ho ricevuto attestati di solidarietà da tutti. Nessuno mi ha voltato la faccia.
Signora, prima dell’aggressione subita da suo figlio, era a conoscenza della sua omosessualità?
Certo, lo sapevo.
Come vive l’omosessualità di suo figlio?
Male. Molto male. Ci sto lavorando ma la vivo male.
Perché?
Non glielo posso spiegare. Lei è genitore?
No…
Allora non può capire!
Però può provare a spiegarmelo…
Io, oggi, sono accanto a mio figlio, lo sostengo e lo rispetto. Rispetto la sua personalità e il suo orientamento sessuale. Ma non è certo questa condizione quella che una madre desidera per il proprio figlio.
Ma, intorno a lei, quale atteggiamento ha notato rispetto alla violenza subita da Gabri?
Un atteggiamento di grande civiltà e grande vicinanza.