Nasce il Partito Gay o Lista Gay anche se, a essere precisi, esiste dal 2008 – almeno a livello nominale – il Partito Gay Italiano. C’è anche il simbolo che, depositato lo scorso 30 agosto presso l’Ufficio italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo economico, si presenta nelle due rispettive versioni coi colori dell’arcobaleno e la scritta Europa, Italia all’esterno del logo circolare.
A darne notizia in una tranquilla domenica di settembre Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center e consigliere nazionale di Arcigay, che ad Adnkronos ha dichiarato: «Per ora si tratta ancora di un’idea embrionale. Ma siamo disposti a scendere in campo qualora la politica si dimostrasse sorda alle nostre richieste. Con questa iniziativa vogliamo soprattutto dimostrare che promuovere temi come i diritti delle persone omosessuali non fa perdere voti».
A suggerire a Marrazzo l’idea di fondare un partito gay sono stati i risultati di un sondaggio commissionato dal Gay Center all’Euromedia Research di Alessandra Ghisleri e presentati in conferenza stampa alla Camera lo scorso 23 gennaio. Stando alla rilevazione, realizzata nel pieno dell’ultima campagna elettorale su un campione nazionale, il 6,2% degli italiani voterebbe per una ‘lista gay’ «senza che sia mai stata fatta alcuna proposta in tal senso», mentre il 27,3% degli elettori vedrebbe comunque con interesse la nascita di un movimento di questo tipo.
Da quel sondaggio, spiega Marrazzo, «è emerso come i temi delle battaglie storiche Lgbt siano trasversali nel panorama politico italiano. Gli elettori Lgbt sono presenti in tutti i partiti». Infatti «il partito più ‘gay friendly’ è risultato Fratelli d’Italia», dal momento che il 67,7% degli elettori della forza politica guidato da Giorgia Meloni avrebbe espresso opinioni positive e di vicinanza a persone Lgbti.
Sempre secondo il sondaggio Euromedia, all’interno di una coalizione una ‘lista gay’ potrebbe arrivare fino al 4% assieme al M5s. Con il Pd toccherebbe quota 3%, con LeU il 2,1% e con il centrodestra l’1,9%. Mentre arriverebbe all’1,6%, se si presentasse fuori da ogni coalizione. Tra i giovani under 25 una ‘lista gay’ potrebbe addirittura superare il 14%.
«Il nostro – sottolinea Marrazzo – è un processo di ‘stimolo’ alla politica per spingerla ad affrontare queste tematiche e a dare risposte alla comunità Lgbt. Se queste risposte non dovessero arrivare, potremmo valutare un impegno diretto in politica. Intanto noi dialoghiamo con tutti. Ci aspettiamo risposte da questo governo. Abbiamo incontrato il sottosegretario M5s alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora, che ha preso una serie di impegni per la tutela (da un punto di vista istituzionale ma anche eventualmente legislativo) delle vittime di discriminazione, che spesso si ritrovano da sole nel momento in cui denunciano».
Ma la notizia del Partito Gay ha suscitato immediate reazioni sui social da parte di numerosi esponenti della collettività Lgbti e non solo. A sollevare non poche reazioni e commenti ironici, soprattutto, il riferimento al Fratelli d’Italia quale partito gay-friendly e all’incontro col sottosegretario Vincenzo Spadafora che, in realtà, non è mai avvenuto a livello personale ma con tutte le associazioni Lgbti al tavolo di Palazzo Chigi.
Per Vincenzo Branà, presidente de Il Cassero, «il #partitodeigay è come il partito dei bianchi: anziché combattere la discriminazione, ne celebra il pensiero. Porcheria. #my2cents».
Luca Trentini, già segretario nazionale d’Arciagy e candidato di LeU alle scorse elezioni politiche del 4 marzo, ha invece scritto: «Io credo che dentro il movimento Lgbt ci sia da fare un po’ di chiarezza su priorità ed obiettivi. C’è quello che partecipa al forum del Pd e spara sulle famiglie arcobaleno con gli stessi argomenti dei clericali.
E ora c’è questo che ci propone un bel partito monotematico simile a quel ghetto chiamato Popolo della famiglia. Tutti che si fanno portavoce del popolo Glgbt. Ma al popolo Glbt glielo avranno chiesto?».
A sollevare un ampio dibattito al riguardo Daniele Sorrentino sulla seguitissima pagina Fb In piazza per il family gay, di cui è l’amministratore, col quesito: «Cosa ne pensate del “Partito Gay”? +++ FABRIZIO MARRAZZO ANNUNCIA LA FONDAZIONE DEL PARTITO GAY +++».
Ironica e caustica, invece, l’attivista transgender Elena Trimarchi che ha scritto: «Non so se chiamare l’ambulanza per Fabrizio Marrazzo e il suo “Partito Gay” o per il mio fegato».
Ironico anche il post di Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, che alludendo alla celebre battuta fantozziana ha scritto: «Il #PartitodeiGay è come la corazzata #Potiomkin».
Un’ampia e apprezzata analisi sull’argomento è stata invece affrontata da Samuele Tedesco, presidente di Arcigay Valle d’Aosta, che ha così concluso il suo post: «La politica è cosa seria. L’attivismo ancor di più.
Non accetto, ad oggi, che il mio orientamento possa essere rivendicato da qualche d’uno come mero trampolino di lancio, vittima inconsapevole della sua stessa megalomania. Non è un “gay di tutti i paesi, unitevi”, bensì partecipate e fate sentire che valete. Come minoranza. Come oppressi. Come essere umani».