«La sua morte non sarò dimenticata, almeno da quelli di noi che rimangono impegnati nella lotta per una società in cui la vita umana detiene il più alto valore».
Queste le parole che il primo ministro greco Alexis Tsipras ha rivolto tramite lettera alla mamma di Zak Kostopoulos, linciato e ucciso il 21 settembre scorso ad Atene davanti alla gioielleria Di Angelo in via Gladstonos.
Parole, quelle del premier, in risposta alla missiva che la madre del noto attivista antifascista per i diritti delle persone sieropositive e Lgbtqi (conosciuto anche come Zachie Oh) gli aveva indirizzato e che il quotidiano Εφημερίδα των Συντακτών aveva pubblicato il 24 ottobre.
Nell’esprimere a Elena Kostopoulos non solo condoglianze ma anche viva gratitudine per aver condiviso i propri pensieri e sentimenti, Tsipras ha affermato: «Quello che è successo e ha portato alla morte di Zak è un incubo.
Non solo perché la violenza brutale ha portato alla perdita della vita umana, ma anche perché ha aiutato l’emergere del cannibalismo sociale che applaude chi si sostituisce alla legge e non prova orrore alla vista della brutale violenza esercitata sui deboli, diversi o altri».
Il primo ministro si è poi detto d’accordo con l’appello della madre di Kostopoulos affinché sia condotta un’indagine approfondita e trasparente sulla morte di Zak. Un’indagine, che come stanno chiedendo ripetutamente associazioni e ong, dovrà far luce anche sull’atteggiamento della polizia.
Video e immagini, diffuse anche sui media, mostrano infatti come gli agenti accorsi il 21 settembre in via Gladstonos abbiano più volte colpito brutalmente Zak, prima d’immobilizzarlo e ammanettarlo. E in manette Zak era stato posto sulla barella portata dagli operatori sanitari, per poi morire prima di raggiungere l’ospedale.