Dopo quasi otto mesi dall’omicidio di Marielle Franco e del suo autista Anderson Pedro Gomes, freddati il 14 marzo scorso nel corso d’un agguato a Rio de Janeiro, la relativa inchiesta, condotta dalla polizia locale, non ha portato ad alcun risultato.
Su di essa, anzi, gravano seri indizi d’interferenze da parte di funzionari statali, miliziani paramilitari e componenti di organizzazioni criminali. Motivo per cui la polizia federale brasiliana indagherà al riguardo, come annunciato oggi in conferenza stampa dal ministro straordinario delle Sicurezza pubblica Raul Jungmann.
Il titolare dell’importante dicastero ha dichiarato che il governo ha ricevuto «gravi accuse» da parte di due testimoni, per i quali «un’organizzazione criminale» starebbe tentando di «impedire che si risalga ai mandanti e agli esecutori del duplice omicidio». Cospirazione che coinvolgerebbe «agenti pubblici di varie entità statali, membri delle milizie e figure del mondo del crimine organizzato».
Jungmann ha inoltre sottolineato come esistano «indizi rilevanti» di corruzione di agenti pubblici e occultamento di prove per impedire l’identificazione dei mandanti del crimine. Raquel Dodge, procuratrice generale della Repubblica del Brasile, ha inoltre chiesto che sia fornita protezione alla famiglia della nota attivista per i diritti dei poveri delle favelas, delle donne, dei neri, delle persone Lgbti.
In luglio erano state arrestate due persone nel quadro dell’inchiesta sul duplice omicidio: Alan Moraes Nogueira, agente riformato della polizia militare, e il pompiere Luiz Cláudio Ferreira Barbosa, che farebbero parte di un gruppo di miliziani comandato da Orlando Oliveira de Araújo, attualmente in carcere nello stato di Rio Grande do Norte per un altro delitto.
D’altra parte la stessa Marielle, consigliera comunale del Psol a Rio de Janeiro, aveva tuonato, fino alla vigilia della morte, contro la militarizzazione della sua città da parte delle forze dell’ordine, voluta nel febbraio scorso dall’allora presidente Michel Temer per contrastare la criminalità dilagante nelle favelas.
Commentando infatti in un tweet l’omicidio di un giovane, forse «realizzato per conto della polizia militare», Marielle s’era chiesta: «Quanti altri moriranno affinché questa guerra finisca?». Per poi definire il 41° battaglione della polizia militare “battaglione della morte” e denunciarne i componenti quali autori di abusi e crimini contro la popolazione delle favelas di Rio de Janeiro.