A Roma personalità del giornalismo, dell’attivismo e del movimento Lgbti hanno oggi preso parte, di fronte all’ambasciata greca in via Saverio Mercadante, al sit-in Giustizia per Zak/Zachie per chiedere giustizia e verità sull’omicidio dell’attivista greco Zak Kostopulos (anche conosciuto come Zackie Oh).
Da più parti si è levata una forte condanna per l’efferatezza dell’uccisione – come dimostrata da video e immagini circolate sui media e sui social – nonché una ferma richiesta di indagini accurate, approfondite, trasparenti, che possano far luce sulle presunte responsabilità delle forze dell’ordine.
Tratto inedito dell’evento la presenza in piazza della rete No Bavaglio insieme alle associazioni Lgbti: segno, questo, di una volontà degli organizzatori, come emerso negli interventi, di far convergere sempre più strettamente i temi della libertà di informazione e dei diritti umani.
La preoccupazione e l’indignazione per la recrudescenza di odio e intolleranza nel dibattito sociale sono il sentimento che ha accomunato praticamente tutti gli interventi: Marino Bisso, Carlo Picozza, Roberto Pagano per Nobavaglio, Francesco Lepore per Gaynews, Rosario Coco per Gaycs, Andrea Monaco per il Collettivo Prisma Sapienza, Valerio Colomasi per il Circolo Mario Mieli, Alessandro Pierozzi per Agedo Roma, Milo Serraglia per l’associazione Futura nonché Rosario Murdica.
Tra le realtà che hanno aderito anche Gaynet (editrice di Gaynews), Arco, Certi Diritti, Arcigay Napoli, Dì Gay Project.
Nel corso dell’iniziativa è stato anche letto un messaggio dell’europarlamentare Daniele Viotti, che ha presentato un’interrogazione parlamentare su eventuali misure di contrasto ai rigurgiti neofascisti in tutta Europa alla luce dell’omicidio di Zak.
«La notizia del terribile omicidio di Zack è riecheggiata fino nelle aule del Parlamento Europeo a Strasburgo – ha scritto Viotti, che ricopre anche la carica dell’intergruppo parlamentare europeo per i diritti Lgbti -. Appena due settimane fa abbiamo votato una risoluzione in cui condanniamo l’aumento della violenza neofascista in Europa, in particolare quella contro le minoranze, inclusa quella Lgbti. Io e il mio gruppo, l’Alleanza dei Socialisti e Democratici, ci siamo battuti affinché Zack venisse ricordato nel testo della risoluzione.
Oltre a ciò, nel nome dell’uguaglianza di tutti i cittadini espressa dai trattati Ue, interrogherò con urgenza la Commissione, per chiedere quali misure intende proporre per arginare questa ondata di violenza neofascista e omofobica in Europa, e per incrementare la fiducia dei cittadini nelle forze dell’ordine, spesso troppo remissive quando si tratta di investigare casi come questo.
Siamo nel 2019 e ancora dobbiamo temere di essere insultati, picchiati o, peggio, ammazzati per ciò che siamo e per le idee che esprimiamo. Questa non è l’Europa che voglio. Da quando sono stato eletto mi sono battuto ogni giorno per un’Europa inclusiva, che non lascia indietro nessuno e che valorizza le differenze.
L’energia delle manifestazioni che chiedono giustizia per Zack, come quella in corso a Roma, dimostrano che non siamo soli nella nostra battaglia per l’uguaglianza. Personalmente, trarrò ispirazione dalla triste storia di Zack per impegnarmi ancora di più nel mio lavoro, e assicurarmi che tutti i cittadini Ue ricevano pari opportunità e protezione».
A sventolare, insieme alle bandiere arcobaleno, anche una bandiera italiana, a testimoniare la volontà di mostrare un’Italia diversa, come spiegano gli organizzatori, che non è quella di chi usa il tricolore per agitare odio, paure e sopraffazione. Alcuni attivisti, infine, hanno rincarato la dose mostrando un cartello recitante Siamo tutt* puttane. Un modo per ricordarci, hanno spiegato, come questa parola ben radicata nel linguaggio comune sia un modo di usare le donne per offendere, colpendo tutte quelle persone che, donne o Lgbti, non si conformano a un determinato stereotipo e rivendicano una sessualità libera degli schemi.
Esattamente come era Zak, attivista, drag performer, apertamente sieropositivo.
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