Oggi 5 dicembre 2018 il sindaco Virginio Merola consegnerà a Franco Grillini, il “compagno busone”, il massimo riconoscimento della città di Bologna, il Nettuno d’Oro. Premio che sarà accompagnato dalla bellissima affermazione: L’Italia senza di lui sarebbe un Paese peggiore.
Sarebbe certamente un Paese peggiore perché la libertà e la liberazione hanno necessità assoluta di interpreti, di soggetti che, non solo ne proclamino i valori, ma soprattutto li declinino con la propria vita, lavoro e testimonianza.
Grillini, infatti, sin dagli esordi della sua attività politica nel Psiup (Partito Socialista di Unità Proletaria), all’età di 15 anni, si è dimostrato non solo attore di tutte le innumerevoli battaglie, ovunque e comunque condotte, ma anche regista di innovazioni e idee sicuramente anticipatrici dei tempi.
L’Italia sarebbe stata sicuramente un Paese peggiore e sicuramente il movimento Lgbti non avrebbe avuto né voce né volto senza Franco Grillini.
Inutile raccontare qui la storia della sua attività ben nota a tutti, essendo Franco la storia del movimento. Ma un aspetto vorrei evidenziare, un aspetto determinante, per me, del suo modus operandi atque essendi: la sua capacità di immaginazione coniugata a una sconfinata fantasia.
Quando negli anni della contestazione, sulla scorta del pensiero di Herbert Marcuse, si strillava Immaginazione al potere, si pensava proprio al potere della fantasia, al potere delle idee, al potere del cambiamento.
Grillini ha riassunto in sé questo potere proponendo idee e strategie, che hanno anticipato di gran lunga i tempi e le battaglie che oggi hanno intrapreso percorsi di fattibilità.
Con Arcigay Franco intuì e realizzò l’idea di una grande associazione di massa laddove, dopo la contestazione di San Remo 1972, il FUORI, primo dei circoli omosessuali, e, poco dopo, altre realtà politiche di liberazione omosessuale costellavano la nascente galassia Lgbti.
Fantasia, intelligenza e immaginazione nel realizzare quel circuito di locali dove le persone Lgbti potevano incontrarsi, conoscersi, aggregarsi, praticare in sicurezza la propria libertà sessuale.
Nel periodo buio dell’Aids Franco Grillini immaginò e realizzò che occorreva una strategia organizzata di contrasto alla diffusione di quella che era definita “la peste del secolo e la malattia dei froci”. E nel 1987 fondò con altri la Lila – Lega Italiana di Lotta all’Aids.
Con la legge 76/2016 (più conosciuta come legge Cirinnà, abbiamo ottenuto le unioni civili, già immaginate, anche se molto diversamente e più complete, da Franco con la sua proposta parlamentare dei Pacs e la fondazione della Liff – Lega Italiana Famiglie di Fatto.
Franco ha anche intuito e immaginato la forza dello strumento della comunicazione abilmente interpretato con le sue innumerevoli apparizioni televisive dove ha dato voce e volto alle nostre istanze ed a quelle di tutto il movimento, nonché realizzato strumenti informativi quali GayNet e GayNews.
Ma la storia di Franco è anche la storia della visibilità, di un coming-out perenne e militante: un coming-out che, anche recentemente, ha espresso la grandezza di questo personaggio, di questo gigante della storia italiana, attraverso la manifestazione della sua malattia, pubblicamente denunciata ed esorcizzata. Addirittura oggetto della sua straordinaria ironia e bonomia, fisiologica di quella natura emiliana, indomita e gioiosa, che lo ha reso amato e riconosciuto ovunque e che si riassume in una delle sue opere Ecce Homo, nel cui titolo risiede tutta l’epifania dell’uomo, del compagno busone, partigiano della libertà e della liberazione.