Frocio, mi fai fare una chiamata? Poi quell’insulto d’origine romanesca, ma d’uso oramai ovunque, è tornato a essere gridato rabbiosamente, come una litania insopportabile, da un branco di sei minorenni tra i 16 e i 17 anni.
E tutto questo per un lungo tratto di strada e, per giunta, in pieno giorno fino alla violenta aggressione con sputi, schiaffi, pugni alla testa, al viso, al fianco.
È quanto successo ieri a Vittoria (Rg), tra le 14:40 e le 15:10, al 20enne Francesco Tommasi, che è riuscito a salvarsi dalla violenza del branco grazie all’intervento del titolare della pizzeria Al Pirata in via Vicenza.
Raggiunto telefonicamente, il giovane non tradisce l’emozione nel ripercorrere la drammatica esperienza vissuta.
Ma la sua è, in ogni caso, una voce ferma, determinata, corraggiosa. La voce di chi non si piega di fronte alla violenza ma reagisce, lotta, denuncia. Come ha fatto stamani presso il locale Commissariato di polizia.
«La paura è stata e resta tanta – dice senza giri di parole -. È bello però ritrovarsi circondato dall’affetto di amici, familiari ma anche di semplici conoscenti. Sto ricevendo tanti messaggi e telefonate di solidarietà. Ma è soprattuto bello avere accanto i miei genitori. Ho fatto coming out a casa cinque anni fa: quanto capitatomi ieri ha perciò arrecato dolore ma soprattutto rabbia in mamma e papà».
Sulle conseguenze dell’aggressione Francesco tende a minimizzare.
«Ieri, rientrato a casa, mi sono voluto stendere a letto. Non volevo andare in ospedale – racconta -. Ma, risvegliatomi, ho avvertito un persistente mal di testa e dolore al fianco, per cui mia madre mi ha accompagnato al pronto soccorso: riposo assoluto per cinque giorni per poi ripetere la radiografia al fianco».
Un messaggio Francesco vuole lanciare ai tanti coetanei omosessuali, che potrebbero vivere un’esperienza come la sua. «Reagire con fermezza – dice -, non farsi sopraffare dalla paura, denunciare. Ma, soprattutto, essere sempre sé stessi».