Una risoluzione per supportare a livello tecnico-giuridico i Comuni dell’Emilia-Romagna intenzionati a registrare all’anagrafe figli e figlie di coppie omogenitoriali. Con la connessa intenzione di portare la questione «in Parlamento per colmare un vuoto normativo», cui hanno cercato di ovviare alcuni sindaci coraggiosi a partire dalla prima cittadina di Torino «Chiara Appendino che ha riconosciuto la doppia genitorialità. E, poi, Bologna, Gabicce, Firenze, Milano, e tanti altri. Atti di grande coraggio resi possibile anche dalla legge 40 sulla procreazione assistita e dalla legge Cirinnà».
Questo, in sintesi, il contenuto del provvedimento presentato dalla consigliera pentastellata nonché portavoce del M5s presso la Regione Emilia-Romagna Silvia Piccinini. Ma in Aula il provvedimento, che ha incassato il voto favorevole di Sinistra Italiana, è stato ieri respinto con il no di Lega, Fdi, Fi, e Pd.
A sconcertare non certamente la contrarietà di Fratelli d’Italia (il consigliere Giancarlo Tagliaferri ha parlato di «diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà» e di «famiglie omosessuali ultimo dei problemi in Italia») e Lega (con Massimiliano Pompignoli che ha ribadito il trito assunto del sostegno alla «famiglia tradizionale composta da madre e padre»), ma quella del Partito Democratico.
Il capogruppo Stefano Caliandro ha così argomentato: «Il tribunale di Roma nel 2014 si è già occupato dell’adozione parentale. Il Pd ha già scelto di approvare la legge Cirinnà: su questo non ci sono dubbi. Ma i minori vanno tutelati a tutti i livelli e il Movimento 5 stelle sembra dimenticare i figli dei migranti».
Secca la risposta di Silvia Piccinini, che ha dichiarato: «Sempre più evidenti le divisioni interne, che Caliandro ha cercato di mascherare con un patetico tentativo di spostare l’attenzione sul piano politico.
Il Pd ha affossato la nostra risoluzione che chiedeva alla Regione di sostenere i Comuni nelle operazioni connesse all’iscrizione all’anagrafe dei bambini di coppie omogenitoriali. Un atteggiamento sconcertante e che va contro la loro stessa legge votata in Parlamento e approvata nella scorsa legislatura. Questa è la loro coerenza».