Prosegue il percorso di Libera Mente, la collana Lgbt di Robin Edizioni – Biblioteca del Vascello. Dopo La parola alle Amazzoni di Giorgia Succi e Il Nuoro e gli #altri di Rita De Santis, presidente onoraria di Agedo, arriva ora, fresco di stampa, Aldino di Giorgio Ansaldo.
Se esistono ancora romanzi di formazione che possano prendere per mano il lettore e accompagnarlo lungo l’intero arco di vita del protagonista, facendolo appassionare, sognare, interrogare, allora, Aldino è uno di quelli. Non dimenticando di introdurre la tematica sentimentale, ne rinsalda il canone e, allo stesso tempo, lo innova perché sceglie di narrare l’amore omosessuale.
Il romanzo racconta la vita di un attore, Aldo Bianchi, nato a metà del secolo scorso, in un quartiere periferico di Genova. La sua storia viene narrata a tappe di dieci anni e, attraverso i ricordi, viene ricostruita la sua vita quasi per intero.
Il quadro di riferimento è senza dubbio il classico romanzo ottocentesco, che trova il suo caposaldo nel gusto della narrazione: puntuale e ben dosata. A volte spensierata, altre più drammatica, delinea il racconto dell’evoluzione di Aldino. La maturazione professionale e la prima consapevolezza del protagonista di voler diventare un artista, prendendo le distanze dal tradizionale borgo operaio che lo accoglie fin dalla nascita, sono alcuni degli elementi che permeano la narrazione.
Il racconto, in un crescendo, fa vivere al lettore la maturazione umana e conoscitiva scandita anche dalle tappe fondamentali del viaggio: in Italia, in Europa fino agli Stati Uniti. Ma anche la sua maturazione interiore, che avviene attraverso l’incontro con figure umane, destinate a essere, più o meno volontariamente, co-artefici del suo destino. Il ritratto di Aldino che emerge è quello di un uomo che affronta il trascorrere degli anni come un eterno ma consapevole Peter Pan. Il quale, nonostante tutto, non perde mai la fiducia nella vita e in tutto ciò di cui, nel bene e nel male, essa è composta.
La forza di questo romanzo risiede anche nel racconto di un’evoluzione storica e politica attraverso il continuo confronto della società con gli ambienti, le personalità, le rivendicazioni del mondo Lgbt. Senza dimenticare, però, che quella di Aldo è, sì, la scoperta, la sperimentazione e l’accettazione del proprio orientamento sessuale ma anche e prima di tutto la ricerca dell’amore, di un amore “giusto”: passionale e felice al tempo stesso. Sentimento vissuto dal protagonista sempre come necessario.
Un libro che si inserisce nella tradizione del Bildungsroman, ma che intende narrare per intero le vicende di un protagonista omosessuale. Ed è forse la prima volta che un autore italiano si spinge a esplorare questo tipo di percorso narrativo.
Quindi, un testo nuovo, coraggioso e tradizionale al tempo stesso, per una collana voluta e pensata non solo come strumento di lotta alle discriminazioni di genere, ma anche come elemento di rottura degli schemi. Per far riflettere e accendere il dibattito sulla “galassia umana” del mondo Lgbt.