Sono stati Green Book e Bohemian Rhapsody ad aggiudicarsi, il 7 gennaio, i premi più ambiti della 76esima edizione dei Golden Globe. Istituito dall’Hollywood Foreign Press Association, il premio riunisce i giornalisti stranieri a Hollywood.
Incentrato sull’amicizia tra un pianista afroamericano e un buttafuori bianco negli anni ’60 del secolo scorso, la pellicola di Peter Farrelly ha vinto come migliore film commedia o musicale e migliore sceneggiatura. Mahershala Ali, che ha interpretato il pianista Don Shirley, è stato premiato come miglior attore non protagonista.
Il biopic di Bryan Singer, dedicato alla vita di Freddie Mercury e alla carriera dei Queen, si è invece aggiudicato il riconoscimento di migliore film drammatico. Ma prima che ai Golden Globe Bohemian Rhapsody è stato premiato dagli spettatori al box office. Uscito negli Usa il 2 novembre scorso, ha incassato nel mondo 750 milioni di dollari; in Italia, dove è arrivato nelle sale il 29 novembre, è stato il film che ha realizzato il miglior incasso nell’intero 2018: a oggi è arrivato a 23 milioni e 660mila euro.
A Rami Malek, che ha interpretato lo storico frontman della band britannica, è andato poi il Golden Globe come miglior attore in un film drammatico.
Dopo aver abbracciato Brian May e Roger Taylor, rispettivamente chitarrista e batterista dei Queen, Rami Malek è salito sul palco visibilmente emozionato ed è riuscito a emozionare anche il pubblico durante il discorso di ringraziamento.
«Wow! Wow! Oh, mio Dio. Sono più che commosso. Più che commosso. Il mio cuore – ha esordito Malek – mi sta schizzando fuori dal petto in questo momento. È un profondo onore ricevere questo premio e trovarmi tra attori così straordinari. Mi sento privilegiato d’essere annoverato tra di voi, davvero, e di essere nella sala insieme con tutti voi. Grazie».
Un grazie rivolto, innanzitutto, «all’Hollywood Foreign Press Association per questo incredibile riconoscimento. Devo ringraziare tutti quelli che hanno lavorato instancabilmente per far sì che questo film è ciò che è e in questo processo mi hanno fatto sentire parte di una grande famiglia. Questo insieme di attori. E ovunque voi vi troviate ora a festeggiare sappiate che vi raggiungerò a breve e vi salterò addosso, ragazzi!».
Quindi il suo pensiero è andato ai produttori «Graham King e Denis O’ Sullivan: avete lavorato più di un decennio per far sì che questa storia fosse raccontata. Grazie, uomini, Grazie. Grazie alla 20th Century Fox, alla New Regency: avete creduto in noi quando erano in pochi a farlo e lo apprezzo davvero tanto. Devo ringraziare la mia mamma, la mia famiglia. Devo ringraziare Doug Luchterhand, Cynthia Pett, Annabel Gualazzi, Ben Curtis, Melissa Martins, Michelle Margolis per tutto questo».
Ma è stato al termine del discorso che Malek ha autenticamente galvanizzato e commosso la platea.
«E, ovviamente, grazie ai Queen – ha detto -. A te, Brian May. A te, Roger Taylor: per assicurarvi che l’autenticità e l’inclusività esistono nella musica, nel mondo e in tutti noi.
Grazie a te, Freddie Mercury, per avermi regalato la gioia di una vita. Ti amo, uomo bellissimo. Questo è per te ed è merito tuo, meraviglia».
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