«Io credo che siamo d’accordo sulla sostanza. Le differenze ci sono sulle modalità».
Le poche parole del card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, che non si è potuto esimere dal rispondere oggi a una domanda sul World Congress of Families, sono bastate per spingere anche la diocesi di Verona a uscire dal prudenziale silenzio ed esprimersi al riguardo.
L’ha fatto in una nota, in cui ci si astiene formalmente dal prendere posizione nei riguardi d’un evento, la cui marcata politicizzazione in senso leghista-meloniano (già criticata da giorni da un Mario Adinolfi, che non ha esitato ad attaccare frontalmente Gandolfini, Brandi, Coghe) è innegabile.
«Alla diocesi di Verona – recita il comunicato – sta molto a cuore la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio che considera la sorgente fondamentale e vitale della convivenza civile. Consapevole delle fragilità del nostro tempo, la Chiesa veronese è impegnata nel promuovere iniziative inclusive e di sostegno per tutte le situazioni di difficoltà familiare a livello sociale, lavorativo e affettivo. Oggi c’è bisogno di più famiglia non di meno. E la politica potrebbe fare di più e meglio.
Nello stesso tempo la diocesi di Verona si astiene dal prendere parte al conflitto politico su di un tema che, ritiene, non meriti il linguaggio violento e ideologico di questi giorni. Invita piuttosto a elaborare idee e proposte il più possibile condivise, a sostegno e a difesa delle persone che vivono situazione di fragilità affettiva, senza nulla togliere al valore di ogni dibattito che nasce da sensibilità diverse».
Parole in linea con quelle paroliniane ma che saranno suonate come una doccia fredda agli organizzatori. A partire dal consigliere comunale scaligero Alberto Zelger, che in conferenza stampa aveva risposto alla domanda dell’omologo Mauro Bonato sull’assenza di “patrocinio diocesano”, assicurando che il vescovo locale Giuseppe Zenti avrebbe portato i suoi saluti ai congressisti. Cosa che, alla luce di questa nota, è altamente improbabile o, qualora dovesse verificarsi, si svolgerà con tutte le cautele del caso.
Già, perché le parole del card. Parolin sembrano richiamare, fatte le debite distinzioni, quelle che Benedetto XV rivolse a Jacques Maritain nel 1918 sul cosiddetto segreto di La Salette: «Quoad substantiam concedo, quoad singula verba nego» (Concordo sulla sostanza ma non sulle singole parole). Che significavano, in pratica, non prendere una posizione e manifestare anzi implicitamente un certo disappunto per la faccenda.
Che le parole di Parolin abbiano creato appunto disappunto e non entusiasmo in area Wcf (come alcuni, ignari del modus loquendi vaticano, si sono affrettati incautamente a interpretare) è evincibile dall’asciutta risposta del senatore Simone Pillon che, interpellato nel merito a margine di una conferenza stampa a Palazzo Madama sulla sottrazione internazionale di minori, ha dichiarato: «Non ho niente da commentare. Il cardinale Parolin ha introdotto il XII° World Congress of Families: quindi è già stato ospite di questa realtà. I commenti li affiderei agli organizzatori di questa manifestazione.
Io ci sarò convintamente, ci saranno membri di governo. Siamo là per portare la bellezza della famiglia: le mamme, i papà, i bambini, i nonni che fanno un lavoro enorme portando avanti le famiglie».
Una dichiarazione invece meno diplomatica e marcatamente critica sul’assise veronese è quella espressa da Renata Natili Micheli, presidente del Centro italiano femminile (Cif), che ha dichiarato: «Il Congresso mondiale delle Famiglie, previsto a Verona dal 29 al 31 marzo, infiamma la polemica politica che, dietro alle schermaglie dei due firmatari del contratto di governo, ancora tenta di leggere la disparità delle due forze riguardo alle categorie del conservatorismo e del progressismo. Lo stesso schema viene seguito da quanti vogliono separare il mondo cattolico mettendo da un lato i buoni e dall’altro i cattivi cattolici.
Il Cif conferma che l’idea di famiglia i cattolici la derivano dal Magistero e non dagli opportunismi politici di questa o quella forza politica».