Anche in Puglia il disegno di legge recante norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere vive un iter quanto mai tortuoso. Sono due anni che se ne discute ma, nonostante il voto favorevole delle commissioni competenti, la calendarizzazione nell’aula del Consiglio regionale slitta continuamente.
Come se non bastasse, la presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, Patrizia Del Giudice, ha recentemente espresso parole di plauso al Congresso mondiale delle Famiglie di Verona.
«Non è la prima volta che la presidente, probabilmente in cerca spasmodica di visibilità personale, si lancia – ha dichiarato Titti De Simone, consigliera politica del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per l’attuazione del programma – in dichiarazioni personali che contraddicono il ruolo e gli obiettivi dell’organismo che dovrebbe rappresentare. Sono mesi che attendo di essere convocata dalla presidente in Commissione sul disegno di legge regionale contro l’omotransfobia. Non solo non ha ottemperato a questa richiesta, ma continua ad esprimere posizioni sue personali a nome della Commissione.
Non sono in discussione le posizioni personali della presidente, ma con questo comportamento di parte, sta danneggiando il compito istituzionale della Commissione di cui ella dovrebbe essere attenta garante».
Alla luce di tali posizioni è stata lanciata una petizione online, con l’hastag #Tunonmirappresenti, per chiedere che sia revocato il mandato a Patrizia Del Giudice.
Oggi, invece, è stato diffuso in rete un documento a sostegno del “ddl regionale contro l’omobitransfobia” che, strutturato in otto punti, spiega il testo articolo per articolo:
1) promuovere la libera espressione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere;
2) promuovere le politiche di inserimento e la parità di accesso al lavoro;
3) prevede la (promozione della) formazione per gli/le insegnanti e per tutto il personale scolastico, nonchè per i genitori, in maniera di contrasto a degli stereotipi di genere e di prevenzione del bullismo motivato dall’orientamento sessuale o dall’ identità di genere;
4) prevede la promozione di eventi socio-culturali che diffondano la cultura del pluralismo e della non discriminazione;
5) dispone interventi in materia socio-assistenziale e socio-sanitaria di informazione, consulenza e sostegno, in favore delle persone omosessuale, bisessuali, transessuali, transgender e intersessuali, nonchè delle loro famiglie;
6) prevede che la Regione promuova il soccorso, la protezione, il sostegno e l’accoglienza alle vittime di discriminazione o di violenza connesse in ragione del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere mediante i servizi sociali;
7) istituisce, nell’ambito dell’Osservatorio regionale delle Politiche Sociali, una sezione dedicata alle discriminazioni e alle violenze determinate da orientamento sessuale o identità di genere ( al fine di raccogliere dati, sviluppare la conoscenza delle relative problematiche e armonizzare le metodologie di intervento nel territorio);
8) prevede la “correzione” di messaggi televisivi, radiofonici o di spot pubblicitari che siano discriminatori nei confronti della comunità LGBTQI+.
Volto ad ottenere la calendarizzazione in Aula, il testo è stato al momento sottoscritto da varie associazioni Lgbti e per i diritti umani.