Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford – Avvocatura per i diritti Lgbti hanno presentato un esposto ad Antonello Soro, Garante per la tutela della privacy, chiedendo di attivarsi contro il decreto, che firmato dai ministri Matteo Salvini (Interno), Giulia Bongiorno (Pubblica Amministrazione) e Giovanni Tria (Economia), prevede sulla carta d’identità di minori il reintegro della dicitura ‘padre’ e ‘madre’ al posto di quella di ‘genitori’.
La richiesta invita nello specifico l’Autorità Garante a impugnare – sulla base dei nuovi poteri attribuitigli dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdrp) – dinanzi all’autorità giudiziaria il provvedimento ministeriale, che viola più disposizioni del Codice in materia di tutela dei dati personali. Tali violazioni erano state già rilevate, in parte, dallo stesso Garante nel parere negativo, da lui espresso il 31 ottobre 2018, sull’ipotesi di decreto che il Governo gli aveva sottoposto.
Le due associazioni hanno deciso di contrastare così l’iniziativa del ministro dell’Interno, che ritengono essere stata adottata con l’unico scopo di discriminare i bambini e le bambine che hanno genitori dello stesso sesso, costringendo questi ultimi a dichiarare il falso nella compilazione dei moduli per richiedere la carta d’identità elettronica.
«Ci siamo rivolti al Garante della Privacy – così l’avvocato Mario Di Carlo, socio di Rete Lenford – in quanto è l’Autorità preposta a garantire il corretto trattamento dei dati personali e quindi anche quelli della carta d’identità. L’illecito trattamento dei dati personali commesso da un ministero non può infatti essere trattato in maniera meno rigorosa di quello commesso da un’impresa o da un’agenzia».
Inoltre «le norme primarie di riferimento, come il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps), già quasi dieci anni fa – continua Di Carlo – recavano l’indicazione di ‘genitori’, incorporando una visione inclusiva che prende atto dell’evoluzione del diritto di famiglia e del ruolo genitoriale. E non si capisce perché oggi la prassi, contro il dettato normativo, debba imporre nomenclature che non riconoscono correttamente l’identità e le relazioni sociali dei minori».
Gianfranco Goretti, neopresidente di Famiglie Arcobaleno, e Miryam Camilleri, presidente di Rete Lenford, hanno dichiarato: «Questo esposto è solo il primo passo di una battaglia che porteremo avanti per abbattere un decreto che il ministro dell’interno sa benissimo essere illegittimo.
Proviamo profonda disistima nei confronti di un Governo incapace di rispondere alle reali esigenze di tutte le famiglie e che concentra invece le proprie energie nell’adozione di atti discriminatori che non migliorano la vita di nessuno, ma alimentano odio ed esclusione».