Si annuncia una puntata esplosiva quella di Report che andrà in onda stasera alle 21:20 su RaiTre.
Saranno infatti mostrate non solo le immagini inedite dell’incontro tra Steve Bannon e Matteo Salvini grazie all’intermediazione di Federico Arata ma, in esclusiva, anche la lettera indirizzata a papa Francesco dalla Dignitatis Humanae Institute, il think thank conservatore appunto legato all’ex guru della comunicazione di Donald Trump.
Nel servizio firmato da Giorgio Mottola viene infatti ricostruito come si siano fatte pressioni su Bergoglio, perché intervenisse sull’allora ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini in merito all’eventuale concessione in gestione della a storica certosa di Trisulti nel Comune di Collepardo (Fr) alla DHI (di fatto poi autorizzata dal Mibact per lo spazio di 19 anni).
Nella lettera firmata dal card. Renato Raffaele Martino (all’epoca presidente onorario dell’associazione ma poi dimessosi per il sempre più marcato orientamento antibergogliano assunto dalla stessa) si fa riferimento all’insediamento di una «comunità religiosa di carisma francescano» senza alcun riferimento alla vera natura politica del progetto.
Quella cioè di una scuola di formazione internazionale sovranista, volta a preparare i futuri leader mondiali nell’ottica della lotta alla cristianofobia e della promozione del concetto antropologico dell’uomo imago Dei. A rivelarlo espressamente, mesi fa, lo stesso fondatore della Dignitatis, l’inglese Benjamin Harnwell, pupillo e collaboratore di Bannon, intervistato appunto da Report.
Harnwell, che risiede dal febbraio 2018 a Trisulti, di cui è custode e direttore, non ha nascosto nell’intervista la sua disapprovazione per il Papa (“Parla troppo di politica e di politica di sinistra) e la sua ammirazione per cardinali antibergogliani come Raymond Leo Burke (divenuto presidente onorario della DHI dopo le dimissioni di Martino) e Walter Brandmüller (componente del Comitato consultivo della DHI), entrambi noti anche per l’ossessiva avversione nei riguardi delle persone omosessuali.
Le quali, per lo stesso Harnwell, sono – come dichiarato a Report – «disordinate».
Ma Burke e Brandmüller non sono gli unici porporati antibergogliani o comunque d’indirizzo conservatore (tutti, in ogni caso, a essere caratterizzati per posizioni variamente critiche sui diritti delle persone Lgbi) a sedere nell’advisory board dell’associazione. Benché i nomi siano stati rimossi da tempo dal sito della Dignitatis, essi sono: Francis Arinze, Francesco Monterisi, Cormac Murphy-O’Connor (deceduto a Londra il 1° settembre 2017), Edwin Frederick O’Brien, Malcolm Ranjith, Robert Sarah, Angelo Scola, Elio Sgreccia, Peter Turkson, Joseph Zen Ze-Kiun.
Tra i patron, inoltre, un legittimista come Carlo di Borbone delle Due Sicilie e, soprattutto, il vescovo Marcelo Sanchéz Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia della Scienze Sociali, delle quali proprio Harnwell è stato nominato consultore esterno nel 2016.
Non si può non rilevare come buona parte dei nomi dei cardinali, facenti parte del Comitato consultivo della DHI, si ritrovino a vario titolo nel libro inchiesta Sodoma di Fredéric Martel, sul quale – a differenza di quanto sta succedendo all’estero dov’è da settimane in cima alle classifiche, divenendo così un caso editoriale – in Italia è calata una congiura del silenzio sotto il pretesto di voyerismo e accuse infondate (ma dimenticando, anche se espressamente scritto nel libro, che di tutte le conversazioni con porporati, presuli, sacerdoti, diplomatici e guardie svizzere l’autore conserva le relative registrazioni).
Senza contare, poi, Renato Raffaele Martino, già attaccato nel dossier Viganò come appartenente «alla corrente filo omosessuale» alla pari di O’Brien.
Di Harnwell, che Martel ha incontrato per ben cinque volte, si parla in numerose pagine del volume (nell’edizione italiana per la Feltrinelli alle pp. 41-48, 57-63, 318, 328), frutto di quattro anni d’indagini e perciò rivelatrici di molti aspetti inediti, per quanto uscito soltanto il 21 febbraio scorso.
Ne scegliamo qualcuna più indicativa anche alla luce della puntata odierna di Report:
«“Perché ci sono così tanti omosessuali, qui in Vaticano, tra i cardinali più conservatori e più tradizionalisti?”. Ho fatto la domanda direttamente a Benjamin Harnwell, figura vicina al cardinale Burke, dopo meno di un’ora che stavamo conversando. Harnwell mi stava infatti spiegando la differenza tra cardinali “tradizionalisti” e “conservatori” nell’ala destra della Chiesa. Secondo lui Burke e il cardinale Robert Sarah sono tradizionalisti, mentre Gerhard Müller e George Pell sono conservatori. I primi rifiutano il Concilio Vaticano II, mentre i secondi lo accettano.
La mia domanda lo prende alla sprovvista. Harnwell mi guarda, con tono inquisitore. Infine si lascia andare: “Questa è una buona domanda”.
[…]
Stranamente, dopo questa mia domanda il nostro uomo ha cominciato a esprimersi liberamente. Mentre inizialmente la nostra conversazione era controllata e noiosa, adesso mi guarda sotto un’altra luce. Mi chiedo cosa possa pensare questo soldato del cardinale Burke. […] Il mio interlocutore inglese cerca di distinguere, quasi per compilare una gerarchia dei peccati, tra gli omosessuali che “praticano” e quelli che si astengono: “Se non c’è atto, non c’è peccato. Del resto, se non c’è scelta, non ci sono neanche peccati”.
Benjamin Harnwell, che inizialmente diceva di avere fretta e poco tempo da dedicarmi attendendo la coincidenza tra due treni, sembra non volermi più lasciare. Ora mi invita a bere qualcos’altro. Vuole parlarmi di Marine Le Pen, per cui ha delle simpatie, e anche di Donald Trump, di cui approva la politica. Vuole parlare anche della questione gay. Torniamo dunque sul tema che mi interessa, e Harnwell sembra non volersi fermare. Mi propone di cenare insieme.
[…]
Quasi un anno dopo il mio primo incontro, seguito da molti altri, con Benjamin Harnwell, sono stato invitato a passare con lui un fine settimana nella Certosa di Trisulti a Collepardo, dove ormai vive, lontano da Roma.
L’associazione Dignitatis Humanae Institute che dirige con Burke si è vista aggiudicare la gestione della certosa cistercense da parte del governo italiano, con il vincolo della conservazione di questo patrimonio classificato come monumento nazionale. Vi abitano ancora due monaci e, la sera del mio arrivo, mi sorprende vederli seduti alle due estremità del tavolo a forma di U, mentre mangiano in silenzio.
“Sono gli ultimi due fratelli di una comunità religiosa molto più grande, i cui membri sono tutti morti. Ognuno aveva il suo posto e gli ultimi due sono seduti dove erano sempre stati, men tre le sedie attorno a loro si svuotavano,” mi spiega Harnwell.
Perché questi due anziani rimangono in questo monastero isolato, continuando a celebrare all’alba di ogni mattina la mes-sa per pochi fedeli? Mi interrogo sul senso inquietante e magnifico di questi due religiosi. Si può essere non credenti – come me – e trovare ammirevoli tanta devozione, tanta pietà, tanto ascetismo, tanta umiltà. Questi due monaci, che rispetto profondamente, rappresentano per me il mistero della fede.
A fine pasto, mentre ripongo le posate nell’austera ma vasta cucina, vedo un calendario da parete che celebra il Duce. Ogni mese, c’è un’immagine diversa di Mussolini.
“È molto frequente qui, nel Sud Italia, trovare immagini di Mussolini,” cerca di giustificarsi Harnwell, ovviamente imbarazzato dalla mia scoperta.
Il progetto di Harnwell e Burke è di fare di questo monastero il quartier generale e il luogo di formazione dei cattolici ultra-conservatori. Secondo i suoi piani, che mi descrive a lungo, Harnwell intende offrire a centinaia di seminaristi e fedeli americani un luogo di “ritiro”. Trascorrendo qualche settimana o qualche mese nella Certosa di Trisulti, questi nuovi missionari riceveranno una formazione, impareranno il latino, torneranno alle fonti e pregheranno insieme. In prospettiva, Harnwell vuole creare un vasto movimento di mobilitazione per mettere ordine nella Chiesa “nella giusta direzione”, e capisco che intende combattere le idee di papa Francesco.
Per condurre questa battaglia, l’associazione di Burke, il Dignitatis Humanae Institute, ha ricevuto anche il sostegno di Donald Trump e del suo ex consigliere di estrema destra Steve Bannon. Come mi conferma Harnwell, l’incontro tra Burke e Bannon è avvenuto nella stessa anticamera dell’appartamento in cui ho atteso a lungo il cardinale americano, e l’intesa tra i due uomini è stata “istantanea”. La loro affinità è cresciuta incontro dopo incontro. Harnwell parla di Bannon come se fosse il suo maestro, e lui è il riferimento dello stratega americano ogni volta che c’è di mezzo il Vaticano.
Dal momento che il nocciolo della questione è il “fundraising”, Harnwell cerca anche di raccogliere denaro per finanziare il suo progetto ultra-conservatore. Si è rivolto a Bannon e a fon- dazioni americane di destra per cercare sostegni. Deve anche fare la patente per poter andare in autonomia alla Certosa di Trisulti! In occasione di un altro pranzo a Roma mi annuncia, tutto sorridente, la buona novella: “Sono riuscito a farla! Finalmente a quarantatré anni ho la patente”.
In questi ultimi anni, Trump ha inviato un altro emissario presso la santa sede: Callista Gingrich, terza moglie dell’ex presidente repubblicano della Camera dei rappresentanti, nominata ambasciatrice. Harnwell e Burke la trattano entrambi amorevolmente da quando è arrivata a Roma. È oggettivamente nata un’alleanza tra l’estrema destra americana e l’ultra-destra vaticana. (Burke mostra gentilezza verso gli europei ricevendo il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana)”.
Ma, per concludere, legami anche tra Dignitatis Humane Institute e Lega curati non direttamente da Salvini – che a Trisulti non avrebbe mai messo piede – ma dal fedelissimo Armando Siri, come assicurato dallo stesso Harnwell a voce.