Il 23enne Seddiq A. è stato ieri condannato dal Tribunale penale di Parigi a 10 mesi di prigione (di cui quattro con sospensione) per «violenza volontaria, senza conseguente danno d’inabilità totale al lavoro, commessa per motivi di identità di genere» nei riguardi della 31enne Julia Boyer. Dovrà inoltre versare in risarcimento 3.500 euro alla vittima e 1.500 euro alle associazioni SOS Homophobie, Stop Homophobie e Mousse, che si erano costituite parte civile.
Gli è stato infine vietato d’entrare a contatto con Julia e d’avvicinarsi alla sua abitazione.
La donna, addetta alle vendite in una boutique di Givenchy, la cui transizione è iniziata otto mesi fa, era stata aggredita il 31 marzo scorso da un gruppo di giovani sulle scale esterne della metro di Place de la République. Era in corso una manifestazione contro l’ex presidente algerino Albdelaziz Bouteflika. Prima insulti, poi lanco di birra, cori umilianti. Un filmato di videosorveglianza, proiettato in aula, ha mostrato Seddiq tirari i capelli a Julia e poi schiaffeggiarla violentemente più volte.
Agression transphobe.
Nous sommes bien en plein @Paris, à République. ?Une honte pour notre pays. ??
Une honte pour le drapeau auquel vous pensiez faire honneur. ??@stop_homophobie
@FVauglin@ACORDEBARD@Prefet75_IDF pic.twitter.com/GbD6bBG5dt— Lyes Alouane ? (@Lyes_Alouane) 2 aprile 2019
Sebbene non abbia negato l’accaduto, Seddik ha affermato di non aver voluto insultare Julia in quanto persona trans.
La sua avvocata Mariame Toure ha dichiarato: «È una pena severa, che risponde alla mania dei media intorno a tali questioni». Secondo, invece, l’altro legale, Rachid Madid, «il carattere transfobico non è stato dimostrato».
Viva soddisfazione è stata espressa da Julia. Il suo avvocato Etienne Deshoulières ha parlato di grande risultato in quanto si è trattato di «processo simbolico. Gli atti di violenza sono all’ordine del giorno per le persone transgender. Questo processo non è stato solo quello di Julia. È stato quello di tutte le persone transgender».