Casal di Principe (Ce) è uno dei Comuni campani, che nel comune immaginario rimandano alla camorra. Una realtà putroppo radicata sul territorio, come raccontato da Saviano e come testimoniato dal martirio di don Peppino Diana.
Ma Casal di Principe non è solo questo. E per renderlo migliore Bernardo Diana, consigliere nazionale di Arcigay e presidente di Rain Arcigay Caserta, ha deciso di candidarsi come consigliere comunale nella lista Casale rinasce con Renato.
Perché ha accettato una tale candidatura?
Ho accettato questa candidatura per diversi motivi: ho apprezzato il lavoro svolto dall’amministrazione uscente, anche dal punto di vista culturale. Nel 2016, quando non ero ancora presidente di Rain Arcigay Caserta, ma un responsabile dell’organizzazione del Caserta Campania Pride, il sindaco Renato Natale, con fascia tricolore venne a marciare con noi e la prima persona che rimase stupita fui io. Nessun altro sindaco era presente, neanche quelli più vicini geograficamente, lui sì. Il sindaco e parte della Giunta hanno partecipato anche al Caserta Pride 2018, anche questa volta fu l’unico Sindaco.
Se volevo fare questa esperienza politica non poteva che essere con lui e con questa squadra. Ho quindi accettato perché non era semplicemente una “quota arcobaleno”, ma un impegno che nel corso degli anni c’è sempre stato sui nostri temi. Casal di Principe è una realtà decisamente complessa – in generale – e in particolare per le persone Lgbti+: ho accettato per dare coraggio e forza a chi ne ha bisogno, un modo per dire “sono con te, sii forte”.
Bernardo, lei è un esponente importate della comunità Lgbti locale: come pensa che i temi della discriminazione, bullismo e violenza dovrebbero essere trattati in futuro?
Noi casalesi siamo stati per anni etichettati come il male assoluto, tanto è vero che in molti incontri con le scuole destava più clamore il mio coming out come casalese piuttosto che di essere gay. A livello locale vanno promossi il più possibile momenti di visibilità pubblica, decentrando anche le attività delle associazioni Lgbti+ dai capoluoghi per andare oltre le periferie urbane. Ciò che accade nei paesi spesso è insostenibile e si ha paura di essere – nonostante nell’epoca di internet – gli unici. Sembra quasi banale dirlo, ma gli incontri nelle scuole sono uno degli strumenti migliori per arginare bullismo e violenza.
Lei si candida in un territorio storicamente non facile: quali sono le priorità più urgenti sulle quali intende operare, se dovesse essere eletto?
In questo periodo di campagna elettorale sto avendo l’opportunità di entrare nelle case di tante famiglie, passando in strade e quartieri che solitamente non frequento e mi accorgo che mentre vorrei parlare di tematiche culturali, abbiamo ancora tantissime zona senza fogna, acqua, gas e illuminazione pubblica. Perciò le priorità più urgenti sono quelle di aumentare la qualità della vita portandola ad un livello omogeneo per tutti. Tra gli impegni personali c’è quello di una nuova biblioteca e mediateca che sia anche un centro di aggregazione culturale e un impegno nella mobilità sostenibile e alternativa all’automobile.
In tema di migrazione lavoro, cultura e sostenibilità territoriale quali sono le sue idee propositive?
Io sono un privilegiato bianco italiano che può varcare tanti confini e credo che tutti abbiano diritto a spostarsi liberamente: la migrazione è un fenomeno naturale dell’uomo, dando le opportunità di insediarsi e vivere la comunità in cui si abita.
Il lavoro è uno dei temi più ricorrenti in ogni campagna elettorale: una di queste sere un’amica mi raccontava di essere l’unica dipendente di questa piccola organizzazione e che nonostante ci sia il bisogno di una seconda persona, non riescono ad assumere per i costi del lavoro e tutta una serie di tasse, imposte e bolli che vanno a coprire una intera retribuzione.
Nel nostro comune solo l’anno scorso abbiamo aperto per la prima volta una biblioteca. Oggi da quella piccola biblioteca sita nella sala consiliare stiamo per passare a una nuova e grande struttura: segno che bisogna investire tantissimo nella cultura. È in costruzione anche una nuova scuola materna, e se per altre città sembra un fatto banale, nel nostro territorio è una cosa di non poco conto. Questo dovrebbe essere uno dei settori di maggior investimento, ma spesso non è così.
I territori possono sostenersi se a livello economico hanno la giusta autonomia di spesa: fino a pochi anni fa avevamo solo quattro vigili urbani insufficienti per garantire le loro funzioni di ordine del traffico e controllo sulle edificazioni. Dov’è il collegamento? Per me un territorio è sostenibile se è costruito in base ai regolamenti edilizi, che consente di fornire a tutti i servizi pubblici essenziali e una salubrità degli ambienti. La mia città nel corso degli ultimi cinque anni ha avuto bisogno di ricostruzione lì dove la camorra aveva egemonizzato ogni cosa. Mi basta poter fare una passeggiata in bici per sentirmi in un territorio che mi sostiene. Mi basta poter baciare il mio ragazzo al parco e passeggiare per il corso per sentirmi in un luogo diverso. In posti d’Italia come il mio bastano le cose semplici, che sono sempre complesse da mettere in atto.
Se eletto, come cambierà la sua partecipazione attiva all’associazione Lgbti a cui fa riferimento?
Sarò presidente fino a luglio 2020 e fino a quel momento continuerò ad impegnarmi quotidianamente nell’attivismo, concludendo così quattro anni di presidenza. Per l’anno prossimo avrò terminato anche gli studi universitari, quindi credo di non ri-candidarmi e lasciare il testimone occupandomi specificamente al grande progetto del Centro Lgbti del Mediterraneo nel bene confiscato alla camorra in Castel Volturno, a pochi minuti da Casal di Principe.