Classe 1987, Francesca Damato (in arte Frad) è una fumettista romana. Inizia a disegnare fumetti fin da piccolissima. Poi smette per anni facendo tutt’altro ma torna a crederci più tardi iscrivendosi alla scuola internazionale di Comics.
Ma per sapere di più di lei e della sua attività l’abbiamo raggiunta mentre è intenta al lavoro di nuove vignette.
Chi è Francesca Damato e chi è Frad?
Frad è Francesca Damato disegnata da Francesca Damato, ma quest’ultima a sua volta è anche Frad. E’ un bel casino. La scelta di fare fumetti autobiografici non è una di quelle scelte da prendere alla leggera, effettivamente si crea una confusione identitaria non da poco. Il fatto è che esistono tre soggettività, una sono io, cioè Francesca Damato, una è Frad la fumettista e l’altra è Frad rappresentata nei fumetti. Per altro Frad, il personaggio, ormai ha preso una strada tutta sua, non mi rispecchia più, è una me molto fantasiosa con caratteristiche proprie. Così riesco a fare un buon mix di fantasia e realtà che mi permette di non espormi troppo.
Francesca Damato oltre i fumetti è una ragazza di 32 anni, romana, innamorata della sua città e in particolare di roma est, che ha una passione per le acque effervescenti naturali, se non ci credete cercate su google i sommelier d’acqua o chiedete alle mie amiche!
Hai disegnato fin da piccola ma poi hai lasciato. Quanto è stata importante l’esperienza presso la scuola internazionale di Comics di Roma?
Fino a qualche anno fa non avrei neanche lontanamente pensato di fare la fumettista nella vita. Di fatti è una passione che non ho mai coltivato nel tempo e che portavo avanti svogliatamente e senza prospettive. Ero molto più concentrata sulla musica, ad esempio, il canto, la chitarra. Poi un giorno durante la psicoterapia esce fuori la cosa del fumetto e da lì piano piano ho cominciato a maturare questa idea, decidendo così di iscrivermi alla Comics di Roma. Sono sempre stata una di quelle persone piene di idee e iniziativa ma svogliate e totalmente inconcludenti, avevo già lasciato due facoltà e mille progetti, avevo molta paura che quello del fumetto potesse diventare l’ennesimo percorso iniziato e abbandonato. Al contempo però la scelta di fare fumetti la sentivo più reale e forte di tutte le altre scelte della mia vita, è stato fondamentale credere di poterci riuscire e metterci impegno e serietà. L’accademia è stata importante, mi ha dato gli strumenti per mettere in pratica tutte le idee che avevo nella testa, gli ha dato ordine e senso e il fatto di avere quell’impegno due volte a settimana per tre anni mi ha permesso di non perdermi di nuovo e di responsabilizzarmi. E’ stata un’esperienza formativa, ma anche di vita. In pratica ho superato l’adolescenza a 26 anni.
Nel 2016 hai iniziato a pubblicare sul web le tue storie. Poi nel 2017 arriva la prima pubblicazione cartacea di Non facciamone un lesbodramma interamente autoprodotta, giunta alla terza edizione. Ma che cosa è per te un lesbodramma?
Il lesbodramma è una finzione, una costruzione mentale, come il destino, il fato. Attribuiamo a questa entità la natura delle nostre sofferenze d’amore, quando siamo noi a essere responsabili di quello che ci accade. Nasce tutto da una tradizione cinematografica e letteraria (e anche fumettistica aimè) che vede noi lesbiche sempre sofferenti e propense ai drammi d’amore. Per fortuna ora le cose stanno cambiando, oggi abbiamo esempi di storie positive dove le protagoniste sono donne che amano donne. Difficile però ancora oggi togliersi di dosso questa etichetta di drammatiche, distruttive, musone, arrabbiate, isteriche. Secondo me dobbiamo noi per prime cambiare la nostra immagine, e non permettere di farci raccontare da altri (sopratutto se questi altri sono uomini cis), ci hanno sempre rappresentate così, ci abbiamo sguazzato dentro ma ora è tempo di dire basta. Per quello parlo del lesbodramma, per smontarlo, esorcizzarlo e per dare un’immagine diversa del mondo lesbico, più gioiosa e gaia e per dire che alla fine i drammi ce li abbiamo tutte e tutti. Non so se questo messaggio sia arrivato, spero di si, a volte ho paura di confermare degli stereotipi e quindi di fare il lavoro inverso. Però sono convinta che ridere delle cose è un’arma perfetta per distruggerle.
Hai voglia di parlarci un po’ dei personaggi dei tuoi fumetti?
Le mie storie come dicevo sono autobiografiche, le protagoniste principali siamo io e le mie amiche reali, e a volte anche immaginarie! Un giorno però mi viene in mente una situazione dove ci stavano il cuore, il cervello e la vulva che interagivano. Creo così la prima illustrazione dove si vedono i tre personaggi. Da lì ho cominciato ad inserire la mia vulva, che si chiama Gina in situazioni molto diverse dove interagisce con cuore e cervello o con Frad stessa. Così ora abbiamo vignette che hanno come protagoniste Frad e le sue amiche e altre in cui ci sono cuore, cervello e Gina che interagiscono in uno spazio vuoto e immaginario. Cuore, Cervello e Gina rappresentano i miei conflitti interiori, volendo esagerare fungono un po’ da Es, Io e Super-io.
Gina in assoluto è il personaggio che ho disegnato più spesso, tanto da passare da personaggio spalla di Frad, alla protagonista indiscussa delle mie vignette. In realtà Gina, nonostante sia una vulva, è solo in piccola parte legata alla sfera sessuale, rappresenta più che altro una parte di me, quella più istintiva, sfacciata e egoica. Grazie al suo personaggio mi sfogo perché gli faccio dire tutte le cose più scomode e dissacranti che non direi mai ad alta voce, tanto è una vulva può fare tutto, praticamente mi nascondo dietro di lei.
Da poco hai pubblicato per Asterisco Edizioni Non facciamone un lesbrodramma extended. Ci puoi dire qualcosa di questo nuovo lavoro?
Questo nuovo volume raccoglie tutto il mio lavoro degli ultimi anni. Per me questa pubblicazione è davvero speciale, per vari motivi, uno dei quali è che fa parte di questo progetto bellissimo che è Asterisco Edizioni, un collettivo editoriale che ha un’identità politica e un profilo etico molto delineati e che condivido, per me far parte di questo progetto è un onore, è sempre bello quando persone intelligenti e capaci apprezzano quello che fai tanto da investirci, anche perché spesso io non mi sento né intelligente né capace!
Un’altra cosa che rende unico il volume è che all’interno si trova una storia inedita, è la prima storia a cui ho lavorato, di solito faccio vignette, strips o singole illustrazioni. Questa storia per me racchiude tutto il significato delle cose, c’è tutto il mio percorso di consapevolezza e in qualche modo chiudo la questione lesbodramma (spoiler alert!). Ci tengo a dire che non è una storia d’amore, anche se può sembrare!