Non solo Roma con 700.000 persone a manifestare ma anche Messina, Ancona, Pavia e Trieste hanno vissuto, l’8 giugno, il loro Pride.
Il primo Stretto Pride ha visto radunarsi nella città siciliana oltre 3.000 persone al grido di Largo all’orgoglio. Appello raccolto anche dall’amministrazione comunale, che per l’occasione ha fatto esporre la bandiera arcobaleno sulla facciata principale del Municipio.
Madrina della marcia messinese Ottavia Voza, archeologa e già responsabile delle Politiche Trans per Arcigay Nazionale. Tante le associazioni partecipanti, tra cui le delegazioni dei comitati siciliani d’Arcigay Palermo, Ragusa, Siracusa e Catania. Quest’ultima con lo storico attivista Giovanni Caloggero, nativo di Messina. Presente anche l’ex senatore Sergio Lo Giudice con la sua famiglia.
Un successo, il cui risultato va principalmente ascritto alla caparbietà e all’impegno di Rosario Duca, presidente di Arcigay Makwan Messina.
«Siamo orgogliosi di aver visto vedere tanta partecipazione al Pride dello Stretto, che vuole rivendicare con forza l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione che deve essere applicato concretamente e non restare solo una norma scritta – ha commentato Duca -. Come comunità omosessuale abbiamo ottenuto qualche diritto in più ma ancora è poco rispetto a quello che dovremmo avere, parlo ad esempio delle adozioni.
È stato un Pride molto partecipato, con cinquanta associazioni e cento sponsor che ci hanno aiutati a organizzarlo, e la partecipazione di movimenti, partiti e sindacati. Ricordiamo come comunità gay messinese anche Wanda, travestito ucciso 15 anni fa, secondo noi per un atto omofobo. Per questo abbiamo chiesto la riapertura delle indagini».
Prima volta anche per il Marche Pride, che ha avuto luogo ad Ancona a partire dalle 15:30. 5.000 persone hanno sfilato per le vie del centro. Riprova della veridicità dello slogan scelto Siamo ovunque, che è anche il titolo del libro dell’attivista Jacopo Cesari, presentato nella mattinata presso la Mole Vanvitelliana.
Tra i presenti anche l’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, il presidente d’Arcigay nazionale Luciano Lopopolo, il segretario nazionale di Gaynet Valerio Mezzolani e il direttore diGaynews.it Franco Grillini, che, nel dicorso finale in piazza Cavour, non ha mancato di lanciare un affondo contro Matteo Salvini.
Indicando la propria cravatta rainbow e facendo riferimento alla recente ostentazione di rosari da parte del ministro dell’Interno, Grillini ha dichiarato: «Dico ai politici che esibiscono simboli religiosi come clave, che noi esibiamo simboli di pace. Smettetela di presentare la diversità come una minaccia».
5.000 persone anche a Pavia per la quinta edizione consecutiva della marcia dell’orgoglio Lgbti. Temi del Pavia Pride sessualità e disabilità e migranti Lgbti+, rispettivamente simboleggiati dalla madrina Maria Rosaria Malapena e dal padrino Tony Andrew. Presente anche Gianmarco Negri, neosindaco di Tromello e primo sindaco trans d’Italia.
«Una giornata bellissima, fortissima, incredibile – ha dichiarato Barbara Bassani, presidente di Coming-Aut Arcigay Pavia – noi siamo tutto questo, noi persone lgbti siano una comunità che lotta, che vuole esprimersi, rappresentare se stessa, essere felice. Mi commuove vedere Pavia, la mia città, trasformata in un arcobaleno di orgoglio, musica, danze, gioia e lotta. Se questo è potuto accadere oggi è perché ogni giorno, a Pavia, decine di persone Lgbti+ s’incontrano, si supportano, si riconoscono, costruiscono un futuro di libertà, dignità, autodeterminazione. Siamo una comunità meravigliosa».
La stessa Barbara Bassani ha poi emozionato la piazza quando nel discorso finale ha chiesto alla compagna Elena Petriccioli d’unirsi civilmente.
20.000 persone infine al Fvg Pride, che ha avuto luogo a Trieste. Tantissime le persone giunte da altre città per prendere parte alla marcia dell’orgoglio Lgbti. In testa al corteo, fra gli altri, Gabriele Piazzoni (segretario generale d’Arcigay), Antonella Nicosia (portavoce del comitato Fvg Pride), Nacho Quintana Vergara (presidente d’Arcigay Friuli).
Una volta arrivato davanti a piazza Unità, il corteo si è fermato per alcuni minuti e gli organizzatori dagli altoparlanti hanno ricordato il discorso che Benito Mussolini tenne in quella stessa piazza per annunciare le leggi razziali. Rilevata in toni critici l’assenza dell’amministrazione comunale e regionale alla manifestazione.
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