Layleen Polanco aveva appena 27 anni. Il 7 giugno è stata trovata morta in una cella della prigione di Rikers Island a New York.
Ma le cause del decesso restano indeterminate. Il che ha scatenato le reazioni dei familiari mentre componenti di associazioni presentano la morte di Layleen come ennesima riprova dei pericoli cui vanno incontro le persone trans detenute.
«La morte della signora Polanco – ha dichiarato la Legal Aid Society – è un tragico promemoria dell’elevato rischio e della tortura fisica ed emotiva che le persone transgender, specialmente quelle provenienti da comunità nere, affrontano a causa dell’ordinamento giudiziario penale, in particolare durante la detenzione».
Il gruppo legale, che lavora con persone che non possono permettersi un avvocato e rappresentava Layleem, ha chiesto un’indagine indipendente municipale sulle circostanze della sua morte. I familiari credono che i funzionari della prigione non abbiano rivelato dove si trovasse esattamente Layleen quando è stata rinvenuta esanime e altri dettagli.
La giovane, che viveva con la famiglia in un sobborgo della città, era stata incarcerata con una cauzione di 500 dollari per detenzione di sostanza stupefacente e aggressione a un tassista. Il 30 maggio era stata trasferita in una sezione d’isolamento del carcere dopo – secondo quanto detto da funzionari del carcere – la lite con un un detenuto, rimasto ferito.
Centinaia di persone si sono ieri radunate a Manhattan, chiedendo giustizia per Layleen e protestando contro le vessazioni cui vanno incontro le persone transgender.
Tra le persone trans, che hanno partecipato a un sondaggio nazionale negli Stati Uniti nel 2015, più della metà ha infatti segnalato maltrattamenti come molestie da parte della polizia e ha affermato che si sentirebbero a disagio chiedendo aiuto alla stessa.
Il sondaggio del National Center for Transgender Equality ha anche rilevato come le persone trans detenute fossero cinque volte più soggette a violenze sessuali da parte del personale e nove volte più a rischio d’essere sessualmente aggredite da altri detenuti.