Con 383 voti favorevoli e 73 contrari la Camera dei Comuni britannica ha approvato, nel pomeriggio di ieri, la mozione, in forma d’emendamento, del laburista cattolico Conor McGinn alla legge sull’Irlanda del Nord. Emendamento, che sollecita il governo centrale di Londra a legiferare per la liberalizzazione dell’aborto e del matrimonio tra persone dello stesso sesso nella nazione nord-irlandese, se entro il 21 ottobre a Belfast non vi sarà un nuovo governo locale.
La mozione è stata approvata trasversalmente e salutata come un successo anche dalla ministra tory della Difesa Penny Mordaunt.
Viva soddisfazione è stata espressa dalla deputata laburista Stella Creasy, principale sostenitrice della mozione, che ha twittato: « Grazie a tutti coloro che oggi si sono battuti per l’uguaglianza nell’Irlanda del Nord – sia che si tratti del matrimonio tra persone dello stesso sesso sia che si tratti dell’aborto-.
Oggi abbiamo detto che tutti nel Regno Unito meritano di essere trattati alla pari. C’è ancora una strada da percorrere, ma oggi è stato fatto un grande passo avanti #TheNorthISNext #LoveEquality».
Thank you to everyone who today stood up for equality in Northern Ireland – whether for same sex marriage or abortion, today we have said everyone in the UK deserves to be treated as an equal. There’s a road to go yet but today a big step forward #TheNorthISNext #LoveEquality
— stellacreasy (@stellacreasy) 9 luglio 2019
Ad avversare, invece, la mozione è stata la destra unionista protestante del Dup.
In Irlanda del Nord, a differenza delle altre nazioni costitutive del Regno Unito, le nozze tra persone dello stesso sesso non sono consentite e l’interruzione di gravidanza è fortemente limitata. Sulla base della devoluzione si tratta di materie di competenza locale, su cui finora ha pesato il veto del Dup. Ma la mancanza di un governo a Belfast (dove l’accordo di unità nazionale fra unionisti e repubblicani è saltato nel 2017 e non è stato finora ricucito) ha reso necessario l’intervento legislativo di Westminster per garantire la continuità delle istituzioni nordirlandese, offrendo uno spiraglio per intervenire anche su questi temi.
La mozione dovrà comunque essere approvata anche dalla Camera dei Lord prima di entrare in vigore e sarà operativa solo se lo stallo a livello nord-irlandese si protrarrà fino al 21 ottobre. Anche in tal caso il potere di legiferare spetterà del resto al governo britannico ed entrambi i candidati alla successione di Theresa May – Boris Johnson e Jeremy Hunt – hanno già fatto sapere di non voler forzare la mano contro la devoluzione dei poteri.