Un clima surriscaldato in Emilia-Romagna, dove l’inchiesta Angeli e demoni, condotta dalla Procura di Reggio Emilia sull’affaire dei presunti affidi illeciti di minori nel Comune di Bibbiano (che ha portato agli arresti domiciliari del sindaco dem Andrea Carletti), continua a essere utilizzata dalla destra non solo per attaccare tout court il Pd ma anche la collettività Lgbti. Una cui strumentalizzazione in vista dell’imminente approvazione legge regionale contro l’omotransnegatività (prevista per il 24 luglio) è quanto mai lampante.
Non a caso ad agitare per primi lo spettro d’un pericoloso testo normativo, in quanto tale da non approvare, sono stati, nelle scorse settimane, i condannati Massimo Gandolfini e Simone Pillon.
Non meravigliano, pertanto, le interpellanze da parte di esponenti di partiti di destra sul «movente ideologico di stampo Lgbt» sotteso al sistema degli affidi.
È quanto successo, ad esempio, nella giornata d’ieri a Modena per iniziativa della consigliera comunale Emilia Rossini del Popolo della Famiglia (non senza le dichiarazioni del senatore Enrico Aimi e del consigliere provinciale Antonio Platis – entrambi di Forza Italia – sul «collegamento tra la sinistra radicale, gli enti locali e la comunità Lgbt, teso a proporre una idea di famiglia arcobaleno che nulla ha a che vedere con quella naturale») e a Ferrara col consigliere di Fratelli d’Italia (ex M5s) Federico Soffritti. Il quale, però, prendendo spunto da un’analoga interrogazione presentata dai consiglieri regionali Michele Facci (Movimento sovranista), Giancarlo Tagliaferri e Fabio Callori (entrambi FdI) in riferimento all’intero territorio emiliano-romagnolo, è andato ben al di là chiedendo anche che si indichi il numero delle coppie omosessuali ferraresi che hanno minori in affido.
Simile richiesta anche a Carpi da parte della consigliera Annalisa Arletti, anche lei di Fratelli d’Italia.
Contro quello che è stato già definito da più parti quale aberrante censimento è intervenuta ieri Famiglie Arcobaleno attraverso il duro comunicato del presidente Gianfranco Goretti.
«Negli ultimi giorni esponenti del partito Fratelli d’Italia presenti in consiglio comunale a Ferrara, in consiglio regionale e in altri consigli comunali dell’Emilia Romagna hanno presentato alcune interpellanze chiedendo di conoscere il numero di minori affidati a single e coppie omosessuali, iniziativa giustificata con l’allusione a un inesistente “movente ideologico di stampo Lgbt” che potrebbe aver orientato alcune scelte da parte delle istituzioni, in contrasto con gli interessi dei minori stessi.
Famiglie Arcobaleno condanna l’iniziativa apertamente discriminatoria e che ha come finalità quella di calpestare la dignità delle persone Lgbtq. Tale azione è prettamente strumentale e degna di un partito pronto a usare qualsiasi mezzo per raccogliere una manciata di voti in più alle prossime elezioni regionali.
La gestione degli affidi, così come tutte le situazioni in cui sono coinvolti minori, deve essere improntata al massimo della responsabilità e della trasparenza ed avere come unico obiettivo il benessere dei minori stessi. Gettare su single e omosessuali lo stigma del sospetto è operazione meschina e ingiustificata che configura una discriminazione contraria ai principi costituzionali. Gli stessi principi costituzionali che, sia detto come inciso, vietano la ricostituzione del partito fascista nel nostro Paese».
Stamani l’attivista Dario Ballini D’Amato ha rilevato su Facebook come il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia abbia chiesto «al sindaco di schedare tutti gli omosessuali che hanno un figlio e a indagare sul perché quei bambini siano affidati a persone omosessuali. ieri il censimento dei rom. oggi il censimento dei gay. vi preparate allo sterminio? dobbiamo cucirci dei simboli sui vestiti?».