Il 27 luglio avrebbe compiuto 66 anni. Ma non ce l’ha fatta a festeggiare il suo compleanno Domenico Moretto, spentosi il 20 luglio a Roma dopo lunga malattia.
A piangerlo non solo il compagno Filippo ma l’intera collettività Lgbti italiana e, in particolare, quel Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli, dove arrivò, poco dopo la fondazione, mettendo subito a disposizione di soci e socie le sue competenze di medico venerologo. Specialistica, questa, che esercitava presso l’ambulatorio di dermatologia infettiva dell’Istituto San Gallicano.
Non a caso Vanni Piccolo, presidente dell’associazione dal 1984 al 1990, nel ricordarlo con un post su Facebook, lo ha definito tout court «il medico del Circolo; questo è stato Domenico Moretto negli anni ’80, quando il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli dovette organizzarsi per fare fronte alla emergenza Aids. Fummo i primi a doverci confrontare con questa terribile malattia, perché fummo contattati dall’ISS per organizzare un’attività di ricerca.
Di Domenico ce ne aveva parlato il dott. Giuseppe Ippolito, uno dei due ricercatori con i quali abbiamo iniziato la nostra collaborazione. Domenico lavorava al San Gallicano e accettò di venire al Circolo. Va riconosciuto e ricordato per sempre il grande contributo di Domenico come medico volontario del Circolo.
Si creò un team che io definirei eroico. Organizzammo l’attività del test e soprattutto la consegna del risultato in forma anonima e privata, in orario in cui il Circolo restava chiuso al pubblico. E per la privacy quel risultato poteva essere conosciuto solo dal medico e da me, in quanto presidente del Circolo. Domenico consegnava il risultato, spiegava la situazione, e a me toccava anche spesso purtroppo il gravoso compito di sostenere confortare organizzare il dopo.
Quel lavoro così importante e delicato in tandem fece nascere tra noi due un rapporto di complicità professionale, ma anche di amicizia importante perché basata sull’impegno, delicata perché consapevole di panico paura sofferenza, affettuosa perché guardava in faccia il dolore.
Quell’impegno professionale così prezioso, per Domenico si trasformò presto in attivismo, militanza. Domenico divenne uno di noi. E grazie a questo noi potemmo rendere più efficienti i nostri servizi e più professionale il nostro impegno, fino a far dichiarare il Circolo “attività di sorveglianza dell’Osservatorio epidemiologico regionale».
A ricordarne tale attività anche Massimo Farinella, responsabile area Salute per il Circolo, che, raggiunto telefonicamente da Gaynews, ha rilevato come, «essendo Domenico medico venerologo, fosse punto di riferimento nell’associazione per il trattamento di tutte le Ist.
Ricordo ancora la 1° unità di strada (1993-1995), quando col camper del Circolo si andava in giro nei luoghi di battuage per portare preservativi e opuscoli ma anche fornire informazioni. L’unità di strada era formata da lui, operatori volontari e psicologi, tra cui, soprattutto, Pino Anastasi, altra figura di spicco della nostra associazione».
Ma l’attivismo di Domenico Moretto non si esaurì al solo ambito sanitario.
«Lui è stato nel direttivo – continua Farinella – durante il periodo di preparazione del World Pride del 2000, pur restando sempre una figura dietro le quinte. Ne veniva fuori quando bisognava fronteggiare dei problemi: allora si faceva riferimento a lui.
Quando dopo il World Pride insorsero difficoltà, soprattutto di tipo economico (cosa che portò tanti ad abbandonare il Circolo), lui rimase al suo posto per fronteggiare la situazione. Indimenticabile anche il suo impegno nello storico Pride del 2007 a San Giovanni, relativamente al quale risolse prontamente alcuni problemi logistico-organizzativi».
E proprio l’amato Circolo, dal quale Domenico si era allontanato solo fisicamente per problemi di salute ma mai col cuore, l’ha voluto ricordare con una commossa nota.
Redatto da chi fu gli particolarmente vicino come Rossana Praitano, il comunicato è apparso ieri sulla pagina ufficiale Facebook dell’associazione romana:
«Ciao Domenico Moretto, il Circolo Mario Mieli ti perde, con dolore, ma per tutte e tutti noi sarà impossibile dimenticarti.
Il tuo attivismo instancabile, la tua lucidità, lo spirito di sacrificio, la tua professionalità di medico sempre a disposizione, la tua sagacia, il tuo cappello di paglia ad accompagnarci alla testa dei Pride, la tua onestà intellettuale elargita sempre a piene mani, la tua umanità brusca e sincera che sapeva sostenere, riscaldare, e non lasciava mai nessuno solo.
Grazie, Domenico, per i tantissimi anni con noi, anni formidabili, anni che hanno anche il tuo nome».