Il gruppo пила (più conosciuto col nome inglese Saw, dall’omonima serie horror, al cui personaggio Jigsaw l’organizzazione si ispira esplicitamente), che aveva pubblicato sul proprio sito – attualmente offline – una lista nera di attivisti Lgbti, sostenitori e giornalisti russi da uccidere, si è rifatto vivo nei giorni scorsi inviando una mail minatoria al 28enne Vitaly Bespalov, caporedattore di Парни ПЛЮС (Gay Plus).
Il giornalista di origine siberiana vive a San Pietroburgo dal 2014, dove ha prima lavorato presso il sito d’informazione politica Nevia.ru e poi presso Агентство интернет-исследований (Internet Research Agengy – Ira), più conosciuta come “Fabbrica dei troll“: nella sede dell’agenzia, al 55 di Savushkina Street, è rimasto fino a quando i suoi nervi hanno resistito, per poi denunciarne l’attività di propaganda online per conto del Cremlino e di aziende russe.
Il 27 agosto Vitaly ha raccontato su Facebook di aver trovato sulla casella di posta elettronica un lungo messaggio, a firma di alcuni sedicenti componenti del gruppo, in cui gli viene ordinato di «uccidere Maxim Lapunov, un sopravvissuto alle persecuzioni anti-Lgbt+ in Cecenia entro il primo ottobre, se non voglio che mi accada qualcosa di terribile. L’unico modo per evitarlo è pagare un milione di rubli». Somma che corrisponde a 15.000 dollari americani, mentre a San Pietroburgo lo stipendio medio mensile è di 688 dollari.
A ricevere una mail consimile anche un componente di ЛГБТ-группа Выход / ComingOut Lgbt Group, al quale è stato però chiesto di uccidere Alexei Nazarov, attivista di Альянс гетеросексуалов и ЛГБТ за равноправие (Alleanza di persone eterosessuali e Lgbt per l’uguaglianza, ndr).
In entrambe le mail i mittenti hanno inoltre rivendicato l’uccisione di Yelena Grigoryeva, ritrovata morta, il 22 luglio, a San Pietroburgo con otto coltellate al viso e alla schiena e segni di strangolamento, il cui nome (come quello di Vitaly) figura nella black list.
Ad All Out, che ha lanciato una petizione all’ufficio del Procuratore generale, del Comitato investigativo e della Segreteria generale del ministero dell’Interno russo per chiede un’indagine approfondita sul пила e processare i responsabili della lista anti-Lgbt, Vitaly Bespalova ha dichiarato di aver «sporto denuncia alla polizia, che però insiste nel non voler indagare su questo gruppo. Da settimane ripetiamo che, fino a quando la polizia rimarrà inerte, le minacce di morte continueranno. Non ho mai visto nulla di simile. Si tratta di un livello di intimidazione e di omofobia senza precedenti».
Nel post su Facebook il giornalista ha scritto di essere riuscito a inviare via mail un appello sulla vicenda al ministero dell’Interno, ricevendone la laconica risposta:«Il tuo appello è stato sottoposto all’ufficio principale del ministero degli Affari Interni della Russia».