Non si placa la polemica su Stefano Altinier, consigliere comunale del Carroccio a Gorizia, sul cui profilo Facebook compariva – prima della rimozione da parte dell’interessato – la qualifica “antisemita” nello spazio delle informazioni relative all'”orientamento religioso“.
A darne oggi notizia Il Piccolo. Ma, in breve tempo, il caso ha superato i limiti friulani grazie a un post di denuncia di Magen David Keshet Italia – Gruppo Ebraico Lgbt, che ha scritto: «1 settembre 2019. Questo è uno screenshot del profilo facebook di Stefano Altinier, consigliere comunale della Lega a Gorizia».
Interpellato dal quotidiano triestino, Altinier si è giustificato spiegando che si tratta di «una cosa vecchia», che «risale forse a dieci, quindici anni fa. Ero adolescente e quella parola aveva i connotati di uno scherzo, sicuramente sopra le righe».
Se l’è poi presa con l’opposizione che ha tirato fuori la vicenda e che, a suo dire, «cerca di screditarmi in maniera becera». D’altra parte, ha aggiunto, «ho sempre ritenuto che i social non rappresentino la realtà. Ci sono profili in cui uno dichiara di svolgere un determinato lavoro o di essere sposato ma nella realtà, magari, non è così. Io non sono mai stato antisemita, ho anche partecipato alla festa ebraica Chanukkah e mi affascinano la storia e le tradizioni di quel popolo».
Sul caso sono intervenute anche le parlamentari dem Debora Serracchiani e Tatjana Rojc, che in una nota hanno dichiarato: «Non è giustificabile che un consigliere comunale della Lega di Gorizia si dichiari pubblicamente antisemita: certe cose non si scrivono per caso o per sbaglio.
Ipocrita e pericolosa la sostanziale copertura data dai vertici del Carroccio al loro consigliere: definirsi antisemita non può essere giudicato una ‘leggerezza’ commessa da un ‘ragazzo mite’. Su questi temi occorre una condanna chiara, inequivocabile, non ambiguità retoriche o dal sapore giustificazionista».
Secondo Serracchiani e Rojc «fa orrore che questo episodio si sia verificato a Gorizia, una città dove la comunità ebraica, che nella sua storia aveva espresso illustri personalità, è stata di fatto totalmente sterminata dai nazifascisti. Occorre davvero che tutte le forze politiche prendano una posizione esplicita di condanna contro ogni focolaio di intolleranza religiosa o etnica. Non dimentichiamo che risalgono a pochi mesi fa i manifesti neofascisti, affissi di notte al muro delle scuole slovena di Gorizia, dal gruppo giovanile di CasaPound».
Contattato da Gaynews, Serafino Marco Fiammelli, presidente di Magen David Keshet Italia, ha dichiarato: «Oramai si è arrivati a un livello tale per cui tutto è sdoganato e non si ha più neppure vergogna di nascondere convinzioni riprovevoli. Non è tanto l’insulto in sé a fare male: a quello siamo abituati. Ma che a farlo, in barba alla legge, sia un personaggio pubblico e, per giunta, esponente di un’amministrazione locale. Certo le recenti politiche hanno contribuito ad alimentare un tale clima d’odio xenofobo e razzista e a quasi legittimare un senso di impunità.
Trovo infine drammaticamente risibile la giustificazione Non sono antisemita: sono stato alla festa ebraica della Chanukkah, la quale ricalca quella di tanti sodali leghisti e di altri partiti di destra: Non sono omofobo: ho tanti amici gay».