Nonostante i temuti incidenti il Pride di Sarajevo, il primo in Bosnia-Erzegovina, si è svolto in maniera pacifica e gioiosa. In una città blindata e con il centro sorvegliato da oltre mille agenti in tenuta antisommossa la marcia dell’orgoglio (povorka ponosa) Lgbti si è snodata per oltre 2 kilometri lungo la centralissima via Tito fino alla sede del Parlamento.
In tanti hanno salutato da balconi e finestre le oltre 2.000 persone che partecipavano al Pride. Alla marcia si sono uniti in segno di solidarietà giovani, studenti, pensionati, invalidi a sostegno di tutte le persone che sono discriminate, escluse o emarginate dalla società, comprese quelle migranti il cui flusso verso la Bosnia-Erzegovina negli ultimi mesi è fortemente cresciuto.
Al Pride ha partecipato l’ambasciatore Usa Eric Gordon Nelson, gay dichiarato, insieme con altri diplomatici stranieri e politici locali. Presenti anche componenti dell’attivismo internazionale come l’olandese Hans Verhoeven e l’italiana Maria Raffaella Stacciarini, presidente di Radicali Marche.
Negli ultimi giorni si erano moltiplicati interventi apertamente ostili al Pride, facendo temere possibili violenze nel corso della giornata odierna. Ieri alcune centinaia di persone avevano sfilato contro il Pride. Nei discorsi conclusivi gli organizzatori hanno fra l’altro sottolineato i pericoli per la famiglia da parte del movimento Lgbti e della crescente riduzione del tasso di natalità in Bosnia-Erzegovina.
Poco prima dell’inizio della marcia, ha avuto invece oggi luogo, in un parco, un raduno indetto da gruppi anti-Lgbt con insulti e slogan omotransfobici.