Art director e fashion designer di Christian Venezia 1973, il brand di lussuose scarpe da lui ideato il 23 agosto 2010, il 46enne Christian Marcadella ha ieri pubblicato su Facebook un post, che non è passato inosservato suscitando reazioni nella collettività transgender.
Il 46enne imprenditore bassanese ha scritto: «Domanda: Quando un uomo esce a cena con una donna paga lui. E se un uomo esce esce a cena con un Trans.. Chi paga?».
Durissima la reazione della psicolga e coordinatrice del Colt – Coordinamento Lazio Trans, Cristina Leo, che ha scritto in un comunicato: «Ricordate il film del 2005 Kinky Boots – Decisamente diversi, diretto dal regista inglese Julian Harrold? Nel film Charlie, interpretato da Joel Edgerton, è l’ultimo erede di una fabbrica di scarpe in crisi finanziaria.
Quando incontra Simon in arte Lola, un giovane che lavora come drag queen, si sente ispirato nella realizzazione di un paio di stivali rossi fiammanti che riscuotono un enorme successo. Per il ruolo di Lola, l’ attore Chiwetel Ejiofor, venne addirittura candidato al Golden Globe come migliore attore in un film commedia o musical. Dal film nel 2013 venne tratto un musical per Broadway.
Anche noi in Italia, abbiamo il nostro Charlie, o meglio avremmo potuto. Chissà se l’idea del tacco indistruttibile non sia venuta in mente all’imprenditore veneto Christian Marcadella proprio ispirato dal film cult per la comunità Lgbt.
Del resto anche Christian come il protagonista Charlie indossa le sue creazioni. Christian sui social, Charlie nel corso di una rocambolesca sfilata milanese.
Di fatto, ieri, l’imprenditore veneto ha pubblicato un post transfobico sulla sua pagina Facebook. Quanta cultura cis ed etero patriarcale ha ingurgitato quest’uomo per scrivere questo post! Ma poi nelle sue intenzioni visto che parla di “un trans”, ci sarebbe l’intenzione di uscire con un uomo trans o con una donna trans?
Di sicuro nel suo post non prevede alternative al pagamento di una cena fuori. È l’uomo cisgender che deve pagare, altrimenti come fa ad esercitare il suo potere di maschio. Sappiamo bene come molti uomini dopo una cena pagata pretendano del sesso “risarcitorio”, attuando un tristissimo do ut des.
In un commento al post una donna suggerisce che paga in ogni caso l’uomo che fa l’invito. Io direi che si può anche alternare o dividere a metà, o può pagare chi semplicemente guadagna di più.Ma non vorrei ferire la galanteria di Marcadella o di Argentero, altro esperto di Gender Equality.
Io personalmente, da donna trans, eviterei di uscire con un uomo così e preferirei mangiare una pizza con un’amica».