Sabato 14 settembre si è svolto a Sorrento l’ultimo Pride dell’OndaPride 2019. Un Pride molto partecipato che ha portato nella celebre località della costiera, da sempre meta di turismo Lgbt, circa 10.000 persone, scongiurando così le non velate minacce di alcuni commercianti sorrentini che, nei giorni antecedenti l’evento, avevano provato a spventare i volontari di Arcigay dicendo che Sorrento li avrebbe accolti con una sassaiola.
E invece no. Sorrento ha accolto il Pride con interesse e coinvolgimento, con curiosità e spirito di partecipazione, liberandosi dalle paure e dai pregiudizi.
Numerosi gli esercenti che, sul celebre corso Italia, hanno issato le bandiere arcobaleno e ancora più numerosi i giovani che hanno affollato i treni della circumvesuviana, nei quali da giorni era possibile intercettare i manifesti del Sorrento Pride realizzati da Luciano Correale.
A 50 anni esatti da Stonewall, atto di nascita di una consapevole comunità omosessuale e transessuale internazionale, la città di Tasso, conosciuta e amata in tutto il mondo, si è colorata di rainbow.
I partecipanti si sono ritrovati al parcheggio Lauro alle 15:30 e poi il corteo è partito alle 17:00, ha attraversato Corso Italia e Piazza Tasso per giungere a Pizza Veniero dove hanno avuto luogo gli interventi delle associazioni organizzatrici, Pride Vesuvio Rainbow e il collettivo Buonvento tra le costiere e delle altre associazioni Lgbt, delle Istituzioni e della società civile.
Tante le prenotazioni da tutta Italia per una penisola sorrentina che ha fatto registrare il tutto esaurito negli alberghi e nelle strutture extra alberghiere. Molti i personaggi famosi e gli esponenti della politica locale e nazionale che hanno preso parte al Sorrento Pride, tra questi Alessandro Cecchi Paone e la senatrice Monica Cirinnà.
Importante, poi, ricordare la presenza del trenino pieno di bambini delle famiglie arcobaleno.
Dal palco, a Piazza Veniero, le parole dell’emozionatissima madrina Rosa Rubino, attivista transessuale simbolo del riscatto sociale dell’intera comunità Lgbt che ha raccontato il passaggio personale dalla sofferenza alla bellezza dell’esistenza e quelle della portavoce Maria Rosaria Malapena, attivista per i diritti sessuali delle persone disabili, che ha rivendicato con orgoglio la differenza identitaria di qualsiasi donna e uomo non conforme, hanno infiammato il cuore dei partecipanti.
Nell’intervento di Gianluca Paudice, coordinatore del Sorrento Pride, si è affrontata la questione dei tanti giovani che sono costretti ad andare via dai paesi della provincia per vivere serenamente la propria dimensione affettiva e sessuale, in quello di Daniela Lourdes Falanga, presidente del comitato Arcigay Antinoo di Napoli, è emerso l’orgoglio e la rabbia degli esclusi che chiedono attenzione e dignità ad una società che vorrebbe isolarli e condannarli alla marginalità, in quello di Giuseppina La Delfa, leader storica delle Famiglie Arcobaleno, si è colta la grinta di chi vuole ottenere tutele negate per le proprie famiglie e spera in un governo diverso dal precedente.
Infine, particolarmente trascinante il breve discorso di Danilo Di Leo, presidente di Vesuvio Rainbow, che tra gli applausi della folla ha urlato We are everywhere in risposta a chi, qualche giorno fa, aveva pronosticato un fallimento del Pride perché “i gay a Sorrento non esistono”.