Dopo l’annullamento nel 2018 anche la 3° edizione del Beirut Pride, fissata dal 28 settembre al 6 ottobre, si appresta a vivere tensioni e difficoltà. Il concerto di apertura, infatti, è stato annullato, il 25 settembre, sotto la pressione delle autorità religiose libanesi.
“Dopo l’annuncio della serata di apertura del Beirut Pride 2019 a The Palace – così gli organizzatori in un post su Facebook –, le istituzioni religiose hanno chiesto la cancellazione del concerto, collegandolo alla promozione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e associandolo a dissolutezza e immoralità.
Le autorità di pubblica sicurezza hanno contattato l’amministrazione di The Palace, mentre numerosi gruppi hanno emesso dichiarazioni, minacciando di violenza il teatro e i partecipanti al concerto, oltre a minacce anonime che hanno preso di mira la gestione del teatro. Sotto la pressione della piazza la direzione di The Palace non è in grado di permettere la realizzazione del concerto di sabato prossimo. Ringraziamo gli artisti e The Palace per la loro perseveranza: la serata di apertura del Beirut Pride 2019 è sospesa fino a nuovo avviso”.
Sulla cancellazione del concerto del 28 settembre si è ieri espresso in termini di condanna Richard Grenell, ambasciatore Usa in Germania.
L’annullamento dell’evento di apertura del Beirut Pride tiene dietro a quello del concerto della band Mashrou’ Leila, il cui frontman Hamed Sinno è dichiaratamente omosessuale, con accuse di «violazione della sacralità dei simboli cristiani». Prevista il 9 agosto al festival internazionale di Byblos, la kermesse fu alla fine sospesa, dopo proteste e minacce, il 30 luglio.