«Non mi dimetto dal Consiglio comunale. La frase che ho scritto era riferita ai mostri di Bibbiano e Forteto, e all’inchiesta Angeli e Demoni. Sono stato oggetto di una gogna mediatica».
Così ieri in Aula consiliare a Vercelli il medico Giuseppe Cannata, che, a seguito del post «E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili» (pubblicato in luglio su Facebook e poi rimosso), si è autosospeso dal gruppo di Fratelli d’Italia e ha dovuto rassegnare le dimissioni dalla carica di vicepresidente del Consiglio. Parole per le quali è indagato per diffamazione e istigazione a delinquere, aggravata dall’utilizzo dei mezzi informatici e telematici.
Intervenendo in apertura della seduta per sei minuti, il 72enne ha dichiarato: «Questa vicenda ha sconvolto me e la mia famiglia e ho chiesto subito scusa. Sono qui per ribadire con chiarezza che con la mia frase intendevo scagliarmi contro i mostri che hanno distrutto la psiche e l’ infanzia di tanti bambini. Tutti conoscono Pino Cannata medico, volontario Emergency e volontario per Medici senza frontiere in Afghanistan. Mi sono sempre battuto per i deboli».
Brandendo poi una copia dei Vangelu, Cannata ha citato poi la pericope di Matteo 18, 6: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare», suscitando la riprovazione da parte dello stesso presidente del Consiglio, il leghista Gian Carlo Locarni.
Durissima la reazione dell’ex sindaca e attuale capogruppo Pd Maura Forte, che ha affermato: «Le frasi del consigliere sono di una gravità inaudita: l’assemblea si riappropri della propria dignità».
Durante la votazione del sostituto di Cannata alla vicepresidenza, i gruppi di minoranza del Partito Democratico, Cinque Stelle, SiAmo Vercelli hanno abbandonato l’aula per protestare contro la decisione del presidente del Consiglio di far intervenire un solo rappresentante in nome dei tre schieramenti.
Condanna anche da parte di Giulia Bodo, presidente di Arcigay Vercelli, che ha anche ricordato come ieri siano state trasmesse le oltre 18.000 firme, raccolte a seguito della petizione online sulla piattaforma All Out per chiedere le dimissioni di Cannata.
Raggiunta telefonicamente da Gaynews, ha dichiarato: «Abbiamo assistito allibiti ad un monologo di oltre 6 minuti da parte del consigliere Cannata, volto a “spiegare le ragioni” delle sue parole di incitamento allo sterminio di gay e lesbiche. Ci sentiamo insultati oltremodo per l’ennesimo sfruttamento politico che vede coinvolte le piccole vittime di Bibbiano e che Cannata ha tentato di usare come scusa per la sua difesa. Ci sentiamo presi in giro, in quanto già precedentemente a questo episodio il dr Cannata definiva gay e lesbiche “merda” e “feccia della società”, ben prima degli eventi cui ha fatto riferimento sventolando il Vangelo.
I nostri associati cattolici si sentono offesi e presi in giro dalla strumentalizzazione della religione per diffondere odio. Ma non abbiamo intenzione di accontentarci. Non ci fermeremo finché il consigliere Cannata non rassegnerà le sue dimissioni. Continueremo a far sentire la nostra voce».