«Mi preme ricordare che la prima e unica tessera associativa Lgbt, che Delia possedeva esibendola con orgoglio, era quella di Gaynet, l’associazione di giornalisti e operatori dell’informazione Lgbt. Il suo nome continuerà a sempre risultare sul libro delle socie e dei soci.
Pertanto il prossimo corso di formazione giornalistica a Roma sarà completamente a lei dedicato e su di lei incentrato, anche per ricordarne l’assidua partecipazione alle edizioni passate in veste di relatrice».
Così Franco Grillini, direttore di Gaynews e presidente di Gaynet, è tornato oggi a parlare della giornalista, scrittrice e attivista Lgbti Delia Vaccarello, scomparsa nella natia Palermo il 27 settembre dopo 13 anni di lotta contro il cancro.
«Come Gaynet-Gaynews – continua Grillini – abbiamo in programma una serie di iniziative, tra cui l’istituzione di uno speciale premio giornalistico alla memoria e una miscellanea di studi in suo onore. Ricorderemo inoltre Delia in un incontro, sempre a Roma, con gli amici e le persone che l’hanno conosciuta, amata e apprezzata. All’evento, che avrà luogo entro la fine di ottobre, invitiamo tutte e tutti».
E sono davvero tante le persone che, avendo conosciuto, amato e apprezzato Delia, hanno ieri espresso il proprio cordoglio a partire da colleghe e colleghi giornalisti che avevano lavorato con lei a L’Unità.
Tra questi Roberto Monteforte, che ha ricordato come Delia le fosse «vicina di scrivania a L’Unità. La sua scomparsa mi addolora. È stata sino all’ultimo una combattente, generosa e tenace. E sensibile. Un abbraccio ai suoi cari e a chi le vuole bene». Per Natalia Lombardo «la scomparsa di Delia è un fatto che addolora tutti noi dell’Unità. Anche perché abbiamo visto con che tenacia ha combattuto: contro la sua malattia ha perso, sui diritti vinceva».
Giornalista invece di Gedi Digital e amico di vecchia data, Pasquale Quaranta ha oggi dichiarato a Gaynews: «Delia è stata una tenace e coraggiosa pioniera nel mondo dell’informazione: dalla pagina sull’Unità Liberi Tutti ai romanzi pubblicati per Mondadori, ai corsi di formazione rivolti ai giornalisti, teneva a far entrare la voce delle persone Lgbti nell’informazione generalista. È una questione di democrazia, diceva. Le dobbiamo molto, ricordarla sarà emozionante».
E proprio dal mondo Lgbti non si contano le testimonianze susseguitesi sui social. A iniziare da Rosario Coco, amico e compagno di tante battaglie (che aveva scritto, il 30 agosto, una lunga recensione a Desiderio. Racconti di eros, segreti, bugie, ultimo volume della giornalista): «Oggi perdiamo una grandissima intellettuale, una persona che ha dato un contributo prezioso alla letteratura Lgbti, delle donne e dei diritti. Perdo un’amica speciale. Sono di quegli eventi che ti colpiscono nel profondo.
Delia amava rovesciare le certezze e indagare l’inquietudine. Leggerla era come viaggiare insieme a lei. Per chi la conosceva, la sua improvvisa scomparsa, il rumore delle chiamate perse e dei messaggi non letti, suonano come un salto nel buio. Quella mano che avevi tenuto tante volte camminando tra le sue righe e le sue parole, nelle strettoie dell’io, adesso non c’è più. Ciao, Delia».
Ma anche, ad esempio, Carla Catena, Titti De Simone, Paola Guazzo, Elisa Manici, Roberta Savona, Elena Tebano, Francesco Paolo Del Re, Giovani Guercio, Valerio Mezzolani, Rosario Murdica, Paolo Patanè, Vanni Piccolo, Vladimir Luxuria, Ottavia Voza. Come nel caso di Vladimir e Ottavia, le testimonianze delle persone trans si sono caricate di particolare significato, perché alle loro storie Delia aveva dedicato un intero libro, Evviva la neve, edito nel 2010 per la Mondadori.
Tra queste sono da segnalare i post di Cristina Leo, coordinatrice del Colt – Coordinamento Lazio Trans, e Porpora Marcasciano, presidente onoraria del Mit, entrambe intervistate da Delia Vaccarello.