Sabato 10 giugno, il Roma Pride attraverserà, come ogni anno, le strade della capitale. Un’invasione arcobaleno che unirà persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender, queer, intersessuali ed eterosessuali. Persone convinte che il reale cambiamento sia possibile solo se dal basso, se dalla comunità coesa e unita, si leverà un messaggio chiaro e determinato. Appuntamento alle 15.00 in Piazza della Repubblica, da dove il corteo muoverà e farà il consueto percorso fino a Piazza Madonna di Loreto. Anche quest’anno il Roma Pride sarà sostenuto da ambasciate importanti come quella della Repubblica Federale di Germania, dell’Australia, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, della Spagna, del Canada e della delegazione del Québec.
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Lo slogan del Roma Pride 2017 sarà Corpi senza confini: il claim della campagna, non a caso, “Scopriamoci”. Tanti i punti della piattaforma rivendicativa: laicitá, autodeterminazione, accesso alla Gpa, fecondazione eterologa per single e coppie, il matrimonio egualitario, la tutela della salute attraverso seri programmi di informazione e prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, lotta a omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia, per citarne alcuni.
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Abbiamo incontrato Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride, per avere maggiori delucidazioni sull’evento.
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Sebastiano, anche a Roma, come a Torino e a Napoli, il Pride sarà legato al tema del corpo. Perché?
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In Italia il primo Gay Pride ufficiale si svolse proprio a Roma nel 1994 e, dunque, quello del 10 giugno sarà il 23° Pride della capitale. Al centro della manifestazione abbiamo creduto opportuno mettere il ”corpo”. Il motivo? Perché in quest’ultimo anno abbiamo registrato una serie di ripetuti quanto chiari attacchi da parte dei benpensanti e dei perbenisti alla libertà d’espressione del nostro corpo. La sessuofobia in Italia è ancora radicata e ci sono tante persone che, nonostante i passi in avanti fatti dal punto di vista giuridico, credono che ci siano cose che si possono anche fare ma non bisogna assolutamente dire.
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Qual è il tema fondante del documento politico del Roma Pride 2017?
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La nostra piattaforma politica è fondata sull’idea del superamento. Dalla discussione intorno alla gestazione per altre e altri all’omogenitorialità, dalla libertà di autodeterminarsi all’attuazione di seri programmi di prevenzione per la tutela della salute fino alla condanna definitiva da parte del nostro Stato delle teorie riparative. Tutti i punti della piattaforma suggeriscono l’inevitabilità di spingere verso il superamento di confini che non sono più capaci di leggere la realtà umana ed esistenziale della società contemporanea.
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È nota la posizione contraria di qualche associazione alla pratica della gpa. Perché si è voluto fermamente inglobare questo punto nel documento?
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La Gpa è, indubbiamente, uno degli argomenti più delicati della nostra piattaforma politica. Però, come Coordinamento Roma Pride, siamo molto uniti e concordi nel ritenere opportuno il libero accesso alla gestazione per altre e altri sia pur con le opportune garanzie e gli opportuni: la Gpa, infatti, deve essere sempre una scelta libera e consapevole.
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