Giuseppe Povia, il cantante del verbo delle teorie riparative e compagno inseparabile di Gianfranco Amato nelle conferenze-concerto Invertiamo la rotta. Contro la dittatura del pensiero unico, è tornato a far parlare di sé dopo la cancellazione d’una sua kermesse presso il circolo Arci Pisanello di Pisa. L’esibizione canora si sarebbe dovuta tenere il 12 maggio ma era stata annullata per il deciso intervento dei rappresentanti provinciali dell’associazione. Da allora non era passato giorno che il cantante di Luca era gay – riapparso recentemente anche in Rai nel corso d’un talk show mattutino della rete ammiraglia – non attaccasse i dirigenti dell’Arci e i componenti della collettività Lgbti fino a lanciare un video di protesta su YouTube.
Poi uno scarno post, pubblicato nel pomeriggio del 4 luglio sulla pagina fb di Arci Nazionale, informava improvvisamente d’un incontro con Povia: «L’Arci incontra Giuseppe Povia nella sede nazionale a Roma per ascoltarlo e confrontarsi a seguito del mancato concerto in un circolo Arci e del video realizzato dal cantante in cui chiama in causa l’Arci nazionale». Com’era prevedibile – tanto più che nulla si diceva in quel post di cosa fosse stato detto a Povia nel corso dell’incontro -, non s’è fatta attendere la reazione indignata della collettività Lgbti.
Dopo un ulteriore quanto stringato comunicato di chiarimento, la presidente nazionale dell’Arci Francesca Chiavacci ha deciso di parlare dell’incontro con Povia a Gaynews e di chiarire alcuni punti. Eccone la dichiarazione:
Si sa che Pisanello, un circolo dell’Arci di Pisa, aveva confermato un concerto di Povia. La presidente dell’Arci di Pisa, che è anche componente del direttivo nazionale, aveva scritto una lettera al circolo chiedendo di disdire il concerto la sera stessa perché il lavoro di Povia, se così si può chiamare, non è in sintonia con la nostra etica (queste le parole usate dalla dirigente). Da quel giorno Povia ha iniziato a stalkerarci via Facebook. Sotto ogni nostro post lui pubblicava un suo video in cui chiedeva un incontro. Incontro che, fra l’altro, lui ha anche rimandato una prima volta. Alla fine in quello d’ieri – che è stato breve e molto acceso – abbiamo deciso di difendere la nostra dirigente pisana.
Se c’è stato un errore, è un errore comunicativo e riguarda il post sull’avvenuto incontro. Post che è stato scritto perché speravamo che Povia la finisse di dire che non volevamo parlare con lui. Mi rendo però conto che è stato un post troppo breve e che forse necessitava d’ulteriori spiegazioni. Mi spiace la reazione della collettività Lgbti che, in ogni caso, comprendo.
Mi spiace perché le posizioni dell’Arci sui diritti civili e la condivisione delle battaglie del movimento sono ben note. Vorrei soltanto ricordare che quando la sindaca leghista di Cascina ha permesso un concerto di Povia nel suo comune Arci era lì a protestare. Ci tengo a ribadire che mai avremmo immaginato che si potesse mettere in discussione che l’Arci non condivide assolutamente le cose dette da questo signore. Signore che, peraltro, non è neanche di grande spessore culturale o, perlomeno, così si è dimostarto nel corso di questo incontro che è durato poco più di mezz’ora. Non è stato neanche all’altezza di controbattere. Non è andato al di là dell’accusa di essere dei censori.