Potere al Popolo, il nuovo soggetto politico di sinistra nato a Napoli dall’esperienza dell’ex Opg Occupato Je so’ Pazzo, ha candidato per le prossime elezioni politiche del 4 marzo vari attivisti e attivisti Lgbti: Simona Deidda, Michele Bellomo, Ilaria Mugnai, Maria Rosaria Malapena, Daniela Tonolli.
Unitasi civilmente con Stefania Mocci il 1° ottobre 2016, Simona Deidda è stata protagonista della prima puntata di Stato Civile. Puntata che, trasmessa in replica il 26 dicembre di quell’anno, fu al centro d’un’ampia polemica suscitata da Mario Adinolfi e sostenuta da esponenti de Il Popolo della Famiglia, da alcuni movimenti cattolici e da politici come Carlo Giovanardi.
Polemica, poi, rimbalzata sui social ed esplosa sulla pagina Fb di Rai3, dove si registrarono nei riguardi della coppia sarda numerosi commenti omofobi di vario genere: dalla deprecazione all’insulto, dal manganellismo verbale alle minacce di morte. Senza contare le parole offensive rivolte a Desirée, la figlia allora 12enne di Stefania.
Oggi Simona scende in politica e si racconta a Gaynews.
Simona Deidda: da lavoratrice e moglie alla politica. Una scelta personale o sei stata invitata a farlo?
Passare alla politica non è stata una mia scelta personale. Ho ricevuto altre proposte a cui ho detto di no. L’assemblea sarda di Potere al popolo ha prodotto dei nomi: persone che hanno un passato da combattenti, persone che si sono distinte per aver portato avanti delle battaglie fondamentali per la società. Così sono stata chiamata da Lorena Cordeddu (una delle prime sostenitrici di Potere al popolo in Sardegna), che mi ha chiesto di rappresentare la comunità Lgbti. All’inizio ho detto no per paura. Poi, parlando con mia moglie Stefania, abbiamo deciso di farlo.
Perché Potere al Popolo?
Potere al popolo è un movimento che nasce dal basso. Mi piace l’idea che tutto nasca dalle assemblee e non dalle stanze chiuse dei partiti, dove i candidati vengono scelti dai segretari e non dal popolo. Questo è uno dei motivi perché ho detto di sì. Potere al popolo è rappresentata da portavoce che hanno tra i più bassi redditti dei candidati. A differenza di altre liste pone tra le priorità tematiche il matrimonio egualitario e legge come l’omotransfobia.
Dove sarai candidata?
Sono candidata alla Camera nel collegio uninominale Sardegna 3, che comprende il Sulcis Iglesiente, mia terra natia, e il sud Sardegna. È un collegio ovviamente difficilissimo: sono in corsa contro avversari “professionisti” della politica e con stipendi 20 volte più alti del mio. Io sono una precaria del mondo della forestazione.
Che cosa c’è nel programma di Potere al Popolo in riferimento ai diritti Lgbti?
In primo luogo c’è il principio cardine della parità di diritti, di salari, di accesso al mondo del lavoro a tutti i livelli e mansioni a prescindere dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale. aTra gli obiettivi programmatici ci sono poi l’introduzione del matrimonio ugulitario, la legge contro l’omotransfobia, il divieto delle mutilazioni genitali dei bambini intersex, l’accesso per tutte alla fecondazione eterologa e la ridefinizione dei criteri relativi all’adozione, consentendola anche a single e persone omosessuali.
Sei stata vittima di gravi atti di omofobia in occasione della messa in onda della puntata di Stato Civile. Si sono verificati anche in questa campagna elettorale?
I commenti social in occasione della messa in onda, il 26 dicembre 2016, della puntata di Stato Civile che mi riguardava è stato il massimo dello schifo, che potessi vivere.. Ha mostrato alla mia famiglia l’intolleranza e l’omofobia di quella parte d’Italia discriminatoria e violenta. La stessa che vuole cancellare le unioni civili.
La mia campagna elettorale è iniziata comunque con un messaggio terribile, di cui le cito testuali parole: Lesbiche gay trans e altri individui che non hanno una vera identità dovrebbero finire nei campi di concentramento non ai comizi elettorali.
Qualora eletta, che cosa pensa di fare innanzitutto Simona Deidda in materia di diritti?
Nel caso altamente ipotetico di una mia elezione mi piacerebbe lavorare per costruire delle normative che portino al matrimonio ugualitario e alle misure di contrasto contro l’omotranfobia. Ovviamente, da madre, sottolineo l’importanza di tutelare le/i nostri figli che con l’unione civile sono diventati dei fantasmi senza diritti.E per poter ricevere tutele o i dovuti riconoscimenti genitoriali dobbiamo affrontare cause a volte costosissime.