Nessun patrocinio da parte del Comune di Genova: né alla ColorataCena, fissata al 19 maggio ai Giardini Luzzati, né al Pride del 16 giugno. A renderlo noto al Coordinamento Liguria Rainbow una scarna mail del 28 marzo. A tal punto scarna da essere priva di qualsivoglia motivazione del parere negativo da parte del sindaco Marco Bucci.
E, com’era prevedibile, la polemica è divampata sui media e sui social. A dar fuoco alle polveri lo stresso Coordinamento attraverso una lettera aperta al sindaco e una nota.
In quest’ultima, incentrata sull’evento della ColorataCena (giunta alla 4° edizione), si è ricordato come «la città del pesto e dei comici lo scorso gennaio si è distinta con un voto compatto in Consiglio Comunale su un documento unitario su fascismo e antifascismo, integrato con riferimenti anche a terrorismo, movimenti sovversivi e integralisti.
“Siamo contro tutte le violenze, ovviamente anche al fascismo. La nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri, dobbiamo rispettarci l’uno con l’altro“: questo fu l’invito del Sindaco.
In coerenza oggi Marco Bucci afferma con i fatti che esistono categorie di persone che meritano il rispetto più di altre: il “sindaco di tutti” ha una sua interpretazione personale della promozione del diritto alla dignità, una responsabilità ridotta quando si tratta di contrastare intolleranza e pregiudizio, bullismo e omofobia».
Ma da Palazzo Tursi nessun cenno di risposta. Almeno fino alla tarda mattinata d’ieri quando, passate le festività pasquali e digerite le tradizionali pietanze in una (forse) con gli attacchi ricevuti, il primo cittadino di Genova ha detto la sua sulla pagina Fb.
E l’ha fatto attraverso una nota rivolta al Coordinamento “Liguria Colorata Pride” in cui, al di là dell’erronea intestazione, si dichiara: «Sin dai giorni successivi alla mia elezione a Sindaco mi sono espresso sulla futura concessione dei patrocini del Comune di Genova.
Ho spiegato che la nuova amministrazione avrebbe patrocinato iniziative non divisive per la cittadinanza o comunque non offensive per qualsiasi fascia della popolazione genovese, avendo questa scelta anche un onere economico per la collettività.
Questo significa che non c’è contrarietà ideologica rispetto ad alcune manifestazioni che si terranno in città e alle quali ognuno sarà libero di partecipare secondo il proprio pensiero. Manifestazioni che l’amministrazione sarà impegnata a gestire garantendo ordine, sicurezza e decoro perché il tutto possa svolgersi nella maniera migliore e nel rispetto di chi deciderà di intervenire.
Il compito di un’amministrazione pubblica è quella di confrontarsi con tutti i cittadini e saremo lieti di poterlo fare con i rappresentanti del coordinamento “Liguria colorata pride” (Liguria Pride) che negli ultimi giorni ci ha indirizzato una lettera aperta».
Ma Marco Bucci ha quindi invitato il comitato «a mettersi in contatto con noi per fissare un appuntamento. Pronti ad accettare le critiche e renderle costruttive nell’interesse di tutti, ma allo stesso modo pronti anche a respingere ogni attacco da parte di chi cerca di sfruttare una decisione dettata da un moderno senso civico per scopi assolutamente strumentali: da parte nostra non è in atto alcuna censura né discriminazione verso alcuno.
Garantiamo e difendiamo la libertà di tutti nel manifestare il proprio pensiero. Questa amministrazione vuole che Genova sia città una libera: la libertà dei singoli finisce soltanto dove comincia la libertà degli altri».
Da noi contattata, l’avvocata Ilaria Gibelli, socia di Rete Lenford e coordinatrice del Coordinamento Liguria Rainbow, ha dichiarato: «Prendiamo atto dell’invito rivoltoci dal sindaco Bucci. Attendiamo perciò d’incontralo prima d’esprimere ulteriori valutazioni».