Preso di mira dal branco, seguito, minacciato, picchiato, rapinato e di nuovo minacciato con un coltello. E tutto ciò senza che nessuno intervenisse in suo aiuto. Il pestaggio è avvenuto a Roma, nel pomeriggio di giovedì, in Via del Portonaccio a pochi passi dalla Stazione Tiburtina.
A rendere nota l’ennesima aggressione omofoba è stato il Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli.
La vittima è Federico, un giovane 21enne d’origine fiorentina, che rientrava dal suo primo giorno di lavoro presso un salone da parrucchiere. Ha dovuto trascorrere la notte in ospedale: ecchimosi sul viso, corpo dolorante per le botte prese e poi le dimissioni con cinque giorni di prognosi. Successivamente è scattata la denuncia e gli investigatori sarebbero già sulle tracce dei quattro aggressori.
Federico ha infatti raccontato di averli notati nelle settimane precedenti al pestaggio. Uno dei picchiatori aveva una croce celtica tatuata sulla nuca. Tutti indossavano giacche nere e portavano anfibi. Frocio di merda, Ora ti facciamo vedere cosa facciamo ai froci a Roma, gli hanno gridato. E poi calci, pugni, un colpo ai testicoli, ginocchiate alle costole.
«Ho gridato, chiesto aiuto – ha raccontato il giovane -. Nessuno è intervenuto. Ma non ce l’ho con chi, eventualmente, ha assistito alla scena. Mi è parso però strano che nessuno abbia notato la scena. Eravamo fuori Tiburtina, alle 17:30 del pomeriggio, non un posto isolato insomma».
Le parole di Sebastiano Secci
«Il Circolo Mario Mieli – ha dichiarato Sebastiano Secci, presidente del Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli – esprime la totale e incondizionata solidarietà a Federico, attivista della Roboterie – Nostri i corpi nostre le città. Rimaniamo veramente costernati alla notizia dell’ennesima aggressione subita a Roma.
Siamo anche però felici che Federico abbia deciso di denunciare i suoi aggressori. La sua testimonianza, resa alle autorità competenti, delinea una chiara aggressione omofoba. Il branco violento ha agito sì per derubare ma soprattutto per offendere, minacciare e poi colpire con violenza».
Ha quindi aggiunto: «Non possiamo in alcun modo abbassare la guardia: le aggressioni a chiara matrice omofoba stanno aumentando in questi ultimi tempi. È urgente che i media, le associazioni e il mondo civile non sottovalutino queste violenze e chi è preposto alla sicurezza dei cittadini e delle cittadine sia vigile e faccia in modo di perseguire con durezza gli assalitori.
E non deve nemmeno passare in alcun modo l’idea che atti di questo tipo in fondo possano essere tollerati o ancor peggio rientrino nella normalità di una città grande e tentacolare come Roma. Noi non ci stiamo! Per quanto ci riguarda è fondamentale l’intervento politico sulla questione: è urgente una legge contro l’omo-transfobia».
Il j’accuse di Monica Cirinnà alle istituzioni capitoline
La prima a esprimersi sull’accaduto è stata la senatrice Monica Cirinnà che ha dichiarato: «L’aggressione omofoba avvenuta alla stazione Tiburtina di Roma ai danni di un ragazzo di 21 anni che tornava dal suo primo giorno di lavoro è che è stato pestato da un gruppo di neonazisti è grave e indica a quali conseguenze porti il lasciare spazio a derive neofasciste.
Bene ha fatto Federico a decidere di sporgere denuncia, gli sono accanto e lo incontrerò nei prossimi giorni per potergli dare tutto il sostegno possibile insieme al Circolo Mario Mieli. Ciò che lascia attoniti è il silenzio delle istituzioni capitoline, per niente preoccupate per la sicurezza dei cittadini e incurante dei rigurgiti di violenza fascista che proliferano impuniti nella città Medaglia d’oro della Resistenza».
Il tweet serale della sindaca Virginia Raggi
Alle parole della madrina della legge sulle unioni civili si sono aggiunte quelle di condanna e solidarietà a Federico da parte della consigliera regionale Marta Bonafoni e del vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio. In tarda serata si è espressa anche la sindaca Virginia Raggi, che ha affidato il suo pensiero a un tweet.
«È inaccettabile – ha scritto – quanto accaduto a Federico, vittima di un vile pestaggio omofobo. Roma rifiuta violenza. Responsabili siano assicurati alla giustizia».
È inaccettabile quanto accaduto a Federico, vittima di un vile pestaggio omofobo. Roma rifiuta violenza. Responsabili siano assicurati alla giustizia.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 9 aprile 2018