Matteo Salvini anche stamane è tornato a ribadire, ai microfoni di RTL105 il suo pensiero sulle dichiarazioni naturalfamilistiche del neoministro della Famiglia e della Disabilità: «Lorenzo Fontana è libero di pensarla come ritiene. Altro paio di maniche sono gli atti di governo e non c’è all’ordine del giorno nulla su questi temi».
Ma il leghista veronese, che si sente sotto attacco perché cattolico (nel grave silenzio della Cei che dovrebbe richiamare chichessia a non arrogarsi tale qualifica in senso esclusivo e con fini politici), non ha esitato a esprimersi sempre oggi nel merito in una lettera aperta a Gian Marco Chiocci, direttore del quotidiano Il Tempo. E, come se non bastasse, peggiorando la situazione.
«Abbiamo affermato cose che pensavamo fossero normali, quasi scontate: che un Paese per crescere ha bisogno di fare figli, che la mamma si chiama mamma (e non genitore 1), che il papà si chiama papà (e non genitore 2) – ha scritto -. Abbiamo detto che gli ultimi e gli unici che devono avere parola su educazione, crescita e cura dei bambini sono proprio mamma e papà, principio sacrosanto di libertà».
Secondo argomentazioni ricorrenti in chi veleggia nei mari di CitizenGo, Reazione Identitaria e Family Day, la colpa delle contestazioni montate contro di lui sarebbe tutta di «certi ambienti che fanno del relativismo la loro bandiera».
Da qui le conseguenze tratteggiate con querula retorica vittimale: «La furia di certa ideologia relativistica – scrive – travalica i confini della realtà, arrivando anche a mettere in dubbio alcune lampanti evidenze, che trovano pieno riscontro nella nostra Costituzione.
‘La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio’, recita l’articolo 29, che sarà il principio della mia azione da ministro. Detto questo: la rivolta delle élite non ci spaventa e non ci spaventa affrontare la dittatura del pensiero unico. Andiamo avanti, con grande motivazione, abbiamo tanti progetti da attuare».
Dopo aver richiamato le parole di San Pio X – il flagellatore del modernismo e, non a caso, il pontefice cui amano sempre richiamarsi, da Marcel François Lefebvre in poi, tutti i cattoreazionari -: «Vi chiameranno papisti, retrogradi, intransigenti, clericali: siatene fieri», ha aggiunto: «Noi siamo fieri di non aver paura di dirci cristiani, di dirci madri, padri, di essere per la vita».
Ha quindi concluso: «Abbiamo le spalle abbastanza larghe per resistere agli attacchi gratuiti rispondendo con l’evidenza dei fatti, la forza delle idee e la concretezza delle azioni. Mai come in questo momento battersi per la normalità è diventato un atto eroico».
Gandolfini in difesa di Fontana vs Grillini
A sostegno del ministro Fontana è sceso in campo, sempre sulle colonne del quotidiano romano fondato da Renato Angelillo, il leader del Family Day Massimo Gandolfini che, dopo aver affermato di non sapere se esista o meno una lobby gay ma d’essere sicuro di «una pressione da parte della cultura gay internazionale in Europa e fuori dall’Europa per introdurre una cultura all’identità di genere» – tesi, questa, sconfessata dal direttore di Gaynews Franco Grillini sempre su Il Tempo di oggi – ha dichiarato: «Siamo molto contenti che il nuovo esecutivo abbia scelto come ministro della Famiglia e disabilità una persona con cui abbiamo avuto modo di collaborare e che ci trova d’accordo sulle vedute del tema.
Detto questo, il neoministro Fontana non ha affermato nulla di discriminatorio perché si è attenuto al dettato costituzionale. Chi dice il contrario è solo accecato dall’ideologia».
Fontana come Gesù: l’interpretazione di Simone Pillon
Nulla d’inatteso in tali asserzioni tanto più che, proprio il giorno delle prime dichiarazioni di Fontana sulle famiglie arcobaleno, il senatore leghista Simone Pillon – il fedelissimo di Gandolfini che, in campagna elettorale, aveva sputato tale veleno sul Popolo della Famiglia e Mario Adinolfi da causare una vera e propria volata di stracci tra i due – aveva postato su Facebook parole di solidarietà al ministro della Famiglia con toni predicatori d’altri tempi.
A partire dalla citazione lucana in esergo: Affinché siano svelati i pensieri di molti cuori. Parole, come si sa, pronunciate dal profeta Simeone a Maria di Nazareth con riferimento al figlio.
«Si può fingere molto bene, ma alla fine la verità viene sempre a galla – scrive il senatore -. Sono sicuro che tutti i coraggiosi e generosi attivisti pro family sono con Lorenzo Fontana e con noi. Le buone politiche per la famiglia saranno la miglior risposta gli attacchi degli ex renziani, degli attivisti lgbtqyz, delle varie Cirinnà e soprattutto ai velenosi post di chi, come lupo travestito da agnello, da ormai troppo tempo fomenta nel nostro mondo lo spirito di divisione, mettendo fratelli contro fratelli.
Credo che i veri intenti di questo gioco al massacro siano ormai chiari ad ognuno. Cominciamo dal principio. Cominciamo dalla natalità. E il resto pian piano verrà. Sta partendo la #ripresavaloriale Non ve ne accorgete?».