Aveva criticato la Direttiva in merito a libri per bambini con contenuti riguardanti temi educativi sensibili che, emanata dagli assessori tudertini per la Famiglia e per la Cultura Marta e Ranchicchio al fine d’evitare il diffondersi di “un’ottica di genere“, prevedeva lo spostamento di alcuni innocui libri di letteratura dell’infanzia dalla sala dedicata ai bambini alla sezione adulti della locale Biblioteca Comunale.
Si era poi limitata a inviare l’intero catalogo librario in risposta alla richiesta di segnalare tutti i libri con “carattere omogenitoriale, omossessuale e transessuale“. Aveva infine preso parte sempre a Todi alla Festa delle Famiglie Arcobaleno il 6 maggio scorso.
Comportamenti, quelli di Fabiola Bernardini, direttrice della Biblioteca comunale di Todi, che non sono stati affatto graditi dal sindaco di Forza Italia Antonio Ruggiano e dalla sua amministrazione di centro-destra vantante, al suo interno, anche componenti di CasaPound. E poi, senza motivazioni cogenti, con delibera di Giunta n. 157 del 24 maggio 2018 riguardante il “nuovo assetto organizzativo della macrostruttura dell’ente”, è stato disposto il trasferimento di Bernardini al Servizio urbanistica. Sulla base infatti dei criteri dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) l’amministrazione tudertina ha annunciato la rotazione di 22 impiegati su 100 con motivazioni diverse: irregolarità, utilizzo dei permessi ex lege n. 104 del 1992 per le ferie, richiesta di trasferimento ad altre mansioni.
Ma, come rilevato oggi dalla senatrice Loredana De Petris nell’interrogazione ai ministri dell’Istruzione (Marco Bussetti), della Pubblica amministrazione (Giulia Bongiorno) e dell’Interno (Matteo Salvini), non pare affatto che Fabiola Bernardini abbia «commesso alcuna irregolarità né espresso la volontà di essere trasferita». Motivo per cui la parlamentare LeU ha osservato: «Le motivazioni alla base della scelta dell’amministrazione di Todi sembrano dunque meramente di carattere punitivo».
Un danno, fra l’altro enorme, per il settore culturale del Comune umbro, dal momento che Fabiola Bernardini, secondo l’Aib (Associazione italiana biblioteche), «ha negli ultimi anni aggiornato secondo i migliori standard biblioteconomici le raccolte e i servizi, partecipato a importanti attività nazionali, da Manus online a Sbn a Nati per leggere, e ha svolto innumerevoli programmi di promozione del libro e della lettura per tutte le fasce di pubblico, tanto da avere registrato un’affluenza nell’ultimo anno di oltre 12.000 frequentatori».
Senza contare, ha concluso la senatrice De Petris, la prefigurazione, qualora appuratene le motivazioni, di «un pericoloso precedente che autorizzerebbe le amministrazioni a censurare e intervenire nei confronti del personale per ragioni unicamente etiche e culturali».
Sempre oggi Omphalos Lgbti ha duramente criticato l’«atto gravissimo perpetrato da un’amministrazione comunale che ci ricorda ormai la peggior dittatura nera».
Esprimendo piena solidarietà a Fabiola Bernardini, il presidente dell’associazione perugina Stefano Bucaioni ha quindi dichiarato: «Il clima politico che si respira in questo periodo, a livello locale e nazionale, è molto preoccupante. I diritti civili e le recenti conquiste per la comunità Lgbti sono messe a rischio da iniziative censorie come quella di Todi e da dichiarazioni come quelle del neoministro Fontana che vorrebbero cancellare l’esistenza delle famiglie omogenitoriali. Sappiano invece che la società civile e democratica non è intimorita dalla volontà politica di esponenti reazionari che hanno come unico obiettivo la cancellazione sociale e giuridica delle nostre famiglie.
La grande partecipazione ai Pride che si tengono in questo periodo in tutta Italia ne è la prova. E un’altra grande risposta di piazza alle politiche omofobe della Giunta di Todi arriverà dal Perugia Pride. Sabato 30 giugno saremo in piazza anche per Fabiola»