Il caso della rimozione di Fabiola Bernardini dall’ufficio di direttrice della Biblioteca comunale di Todi e del conseguente trasferimento al locale Servizio Urbanistica, senza che la stessa ne avesse fatto richiesta o fosse incorsa in irregolarità di sorta, continua a far discutere.
A dare il fuoco alle polveri, due giorni fa, l’associazione perugina Omphalos Lgbti e la senatrice Loredana De Petris (LeU) che, nel presentare un’interrogazione parlamentare ai ministri Bussetti, Bongiorno e Salvini, ha parlato di probabile misura punitiva a danno della dirigente.
Bernardini non solo ha infatti partecipato alla Festa delle Famiglie Arcobaleno, tenutasi il 6 maggio a Todi tra il disappunto e lo sconcerto di CasaPound (un cui componente, Andrea Nulli, siede in Consiglio comunale), ma si è anche rifiutata di redigere un catalogo di libri per bambini e ragazzi a “tematica omogenitoriale, omosessuale, transessuale”. Richiesta, questa, susseguente alle recenti Direttive emanate dagli assessori tuderti alla Famiglia e alla Cultura Alessia Marta e Claudio Ranchicchio, che sembrano ossessionati, al pari dell’intera amministrazione locale retta dal forzista Antonio Ruggiano, dall’ideologia gender per quanto inesistente.
Sempre due gioni fa Riccardo Magi, deputato di +Europa nonché segretario dei Radicali italiani, ha presentato sul caso Bernardini un’interpellanza parlamentare. Contattato da Gaynews, così ha commentato tale presa d’atto: «Con la scusa della “rotazione degli incarichi” l’amministrazione ha rimosso una professionista, grazie alla cui attività Todi è stata inserita tra le 148 città insignite del titolo Città che legge, che prevede una corsia preferenziale per i bandi per l’attribuzione di contributi finanziari.
La rimozione dall’incarico è arrivata subito dopo la partecipazione di Fabiola Bernardini a un’iniziativa di Famiglie Arcobaleno e segue la sua decisione di non adeguarsi a una direttiva degli assessori alla Famiglia e alla Cultura che prevedeva lo spostamento, in altri spazi, dei libri per bambini che trattano temi “a carattere sensibile”, legati cioè ad omosessualità, omogenitorialità e transessualismo.
Questo nonostante l’Italia abbia aderito a numerosi accordi internazionali al fine di garantire l’effettivo godimento del diritto all’istruzione, senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, come previsto anche dalla legge sulla “Buona scuola”.
Ecco perché ho presentato un’interpellanza per sapere come il Governo intenda garantire la tutela dell’autonomia e della professionalità degli operatori dei beni culturali e quali iniziative intenda assumere per garantire la tutela della libera circolazione delle idee e la promozione della cultura e del diritto all’istruzione senza discriminazioni. Certo, le recenti esternazioni del ministro Lorenzo Fontana non fanno ben sperare.».
L’annuncio dell’interpellanza parlamentare ha susciatato le reazioni del senatore Simone Pillon, capo della falange cattolica della Lega e braccio destro di Massimo Gandolfini (malvisto, però, da non poche realtà della galassia cristiano-tradizionalista a partire Il Popolo della Famiglia), ad andare all’attacco prima con un post su Facebook.
E, ieri, con una dichiarazione congiunta a nome dei parlamentari leghisti Virginio Caparvi, Luca Briziarelli, Riccardo Augusto Marchetti, Donatella Tesei.
«Si vede che l’onorevole Riccardo Magi, autore di una interrogazione sul caso, e il presidente di Omphalos soffrono della sidrome di Calimero. Ogni occasione è buona per fare il piagnisteo.
Questa volta le lacrime vengono sparse per la bibliotecaria di Todi Fabiola Bernardini, rimossa da quella che viene definita ‘dittatura nera‘ perché a loro dire avrebbe rifiutato di spostare i libricini gender e avrebbe partecipato alla festa delle famiglie arcobaleno. Sembra tuttavia che le associazioni Lgbt e i loro amici (o pretesi tali) si ritengano intoccabili e superiori a tutti, perfino alla legge anti-corruzione».
Osservazioni, cui il deputato Magi risponde oggi su Gaynews: «Saranno i giudici, ove aditi dalla lavoratrice, a dire se nel suo caso si è applicata la legge o si è fatto mobbing. Ma il mio punto nell’interpellanza è politico: Pillon è d’accordo con le liste di libri vietati di moda con l’Inquisizione? Si pronunci su questo».