«Siamo vivendo malissimo. Da quell’11 agosto aggressioni, lettere minatorie, insulti via Facebook. E, come se non bastasse, dopo essere andati in tv per denunciare quanto accaduto a Piazza Bra, ci chiamano per annullare i contratti di lavoro».
Ha una voce flebile al telefono, spezzata dalla commozione, Angelo mentre racconta l’ennesima aggressione subita nella notte.
Ma tutto ha inizio quell’11 agosto quando lui e il suo compagno Andrea, sposatisi a Barcellona nel 2015, erano stati insultati da un branco di 20enni a Verona quali froci di merda e femminucce, quindi aggrediti fisicamente. La loro colpa? Quella di camminare mano nella mano nella centralissima piazza Bra.
Poi nelle settimane successive una lettera sgrammaticata con tanto di svastiche e scritte del tipo: «Voi culattoni, negri, ebrei, spastici finirete tutti nelle camere a gas. Viva Mussolini. Viva Hitler».
Infine, la notte scorsa, l’ennessima aggressione che – commenta Angelo – «ci ha letteralmente distrutti». Ma questa volta sul pianerottolo della loro abitazione, una villetta nella frazione di Stallavena nel Comune di Grezzana (Vr).
Verso le 2:00 Andrea ha sentito dei rumori e ha aperto la porta di casa. Si è trovato di fronte un’ombra (poi descritta come un uomo alto in abiti scuri) che, senza dire nulla, gli ha lanciato addosso della benzina ed è poi scappato via.
Scivolato a terra, il giovane non ha subito capito di cosa si trattasse ma ha sentito un forte bruciore al viso, agli occhi e alla gola: «L’ho sentito gridare: Angelo, Angelo, aiutami. L’ho trovato riverso a terra, tutto cosparso di benzina»
Condotto in ospedale, Andrea ha rischiato una lesione alla retina ma i medici, che gli hanno riscontrato alcune contusioni, hanno escluso il pericolo. Come se non bastasse, sui muri di casa e sul finestrino della loro macchina hanno trovato le scritte Culattoni bruciate e Vi metteremo tutti nelle camere a gas.
Sul pianerettolo di casa sono state invece rinevenute tre taniche di benzina. Segno che l’/gli aggressore/i avevano forse intenzione di dar fuoco all’abitazione ma di esserne stati impediti dall’improvvisa comparsa di Andrea, svegliato dai rumori.
«Adesso siamo a casa di amici – continua Angelo -. Andrea è distrutto e non riesce nemmeno a parlare. Siamo davvero preoccupati».
Raggiunta telefonicamente, Laura Pesce, presidente di Arcigay Pianeta Milk Verona, ha dichiarato: «È accaduto l’impensabile. Le minacce si sono tremutate in atti concreti, atti criminali. Attendiamo l’esito delle indagini respingendo strumentalizzazioni.
Ma in questo momento nessuno può umanamente rimanere indifferente. Siamo accanto ad Angelo e Andrea in queste ore buie».
Per Flavio Romani, presidente d’Arcigay nazionale, «dopo la lettera minatoria nella buca delle lettere, hanno deciso di alzare il tiro con tanto di svastiche e riferimenti ai forni. Segno che si sentono con le spalle coperte o, perlomeno, legittimati da un clima e da un potere politico che dell’odio ha fatto la sua bandiera. D’altronde siamo nella zona del ministro Fontana, di colui che ha detto: Le famiglie arcobaleno non esistono.
Colpendo per la seconda volta i due ragazzi, hanno colpito di nuovo tutti noi. Ma si sbagliano se credono di farci paura. Anzi reagiremo in maniera piú forte, piú civile e piú democratica».