Alla presenza della senatrice Monica Cirinnà e del presidente di Arcigay nazionale Flavio Romani sarà presentata oggi pomeriggio a Verona, in conferenza stampa, la manifestazione Mano nella mano contro l’omofobia che, organizzata da Arcigay Verona e Circolo Milk, avrà luogo il 29 settembre fra Grezzana e Stallavena. Riedizione di quella che si è già tenuta nella città scaligera il 18 agosto, la passeggiata vuol essere un attestato di solidarietà ad Angelo Amato e Andrea Gardoni.
La coppia, che era già stata oggetto di insulti e spintoni in piazza Bra l’11 agosto, ha subito una drammatica aggressione, nella notte tra il 12 e il 13 settembre, davanti alla propria abitazione in Stallavena. A seguito di tali atti il consigliere scaligero Alessandro Gennari (M5s) aveva presentato una Mozione di solidarietà e contro il razzismo e l’omofobia.
Ma nell’assemblea consiliare del 20 settembre tale mozione è stata ricusata da alcuni componenti della maggioranza (i consiglieri Comencini, Bacciga, Bocchi, Rossi). Il provvedimento, che in buona sostanza sottolineava l’obbligo istituzionale di condannare fermamente i recenti episodi di violenza verificatisi a Verona a danno dellla coppia, era finalizzato a esprimere alla stessa solidarietà da parte del Consiglio comunale e a stigmatizzare «qualsiasi tipo di violenza, specie se perpetrata per motivi ideologici».
A Palazzo Barbieri si è deciso infine di non sottoporre a votazione la mozione sulla spinta del consigliere leghista Vito Comencini, perché «apparentemente è andata come dichiarato dalle cronache, ma bisogna aspettare la fine delle indagini».
A pochi giorni di distanza dall’accaduto abbiamo contattato Angelo e Andrea per avere una loro valutazione al riguardo.
«Stiamo davvero molto male – hanno dichiarato ai nostri microfoni – dopo questa assurda bocciatura della mozione, con cui il Comune di Verone avrebbe potuto esprimere solidarietà nei nostri confronti. Solidarietà che non è arrivata perché siamo due persone gay. Se fossimo stati eterosessuali tutto ciò non sarebbe accaduto. Stiamo male e siamo arrabbiati perché anche il sindaco di Stallavena ci ha ignorato.
La nostra vita è semplicemente distrutta e non abbiamo alcuna protezione, se non una volante della polizia che, saltuariamente, passa nei pressi della nostra abitazione. La vita è totalmente cambiata da quell’11 agosto in piazza Bra, quando abbiamo subito la prima aggressione, e i vigili urbani non sono intervenuti e ci hanno mandato via.
Anche solo per questo, il Comune di Verona avrebbe dovuto manifestarci la sua solidarietà, per la condotta dei suoi vigili urbani, perché noi siamo persone e siamo cittadini di Verona. Ci vergogniamo del comportamento del Consiglio Comunale di Verona e siamo disgustati dal sindaco, da cui attendiamo ancora una telefonata di solidarietà».