A pochi giorni dal referendum, che avrà luogo il 6 e il 7 ottobre, è stata ieri pubblicata la decisione n. 534, emessa il 18 luglio dalla Corte Costituzionale di Romania.
Presieduta da Valer Dorneanu, la Curtea Constituţională ha stabilito che le coppie di persone dello stesso stesso godono ex iure degli stessi diritti familiari di quelle formate da persone di sesso opposto. Dovrebbero pertanto «beneficiare del riconoscimento legale e giuridico dei diritti e doveri delle coppie eterosessuali».
Promossa da alcune associazioni che, vicine alla Chiesa ortodossa romena e riunite nella Coalizione per la famiglia, hanno raccolto circa tre milioni di firme, l’iniziativa referendaria è finalizzata a revisionare la Costituzione con riferimento alla ridefinizione del concetto di famiglia.
Secondo il testo che verrà sottoposto a consultazione in ottobre e che, in caso di vittoria del sì, sarà inserito nella Carta costituzionale, il matrimonio «rappresenta l’unione tra un uomo e una donna» e non tra «sposi» come prevede il relativo articolo vigente.
La legislazione romena non consente le unioni tra persone dello stesso sesso ma secondo Coalizione per la famiglia un esplicito divieto in Costituzione renderebbe difficile se non impossibile modificare o introdurre una norma in tal senso.
La sentenza della Corte Costituzionale è stata salutata con soddisfazione dagli attivisti e attiviste di Accept.
Romanița Iordache, vicepresidente dell’associazione con sede a Bucarest, ha dichiarato: «La decisione di oggi conferma ancora una volta che la famiglia di persone dello stesso sesso è uguale a qualsiasi altra famiglia.
Il referendum diventa completamente inutile da qualsiasi punto di vista, poiché la Costituzione romena, alla luce dell’articolo 26, pone già un elemento di uguaglianza tra le famiglia, composte da persone di sesso opposto e coniugate, e le coppie dello stesso sesso. Anche se ora non esiste per quest’ultime una forma giuridica di registrazione familiare.
Il partenariato civile dev’essere disciplinato d’urgenza del Parlamento».