Sempre più critica la situazione in Tanzania, nella cui provincia di Dar es Salaam scatterà da domani l’arresto di persone omossesuali secondo l’annuncio datone il 29 ottobre dal locale governatore Paul Makonda. Migliaia sono già in fuga dalla popolosa capitale economica del Paese.
Usando il termine shwahili choko (che corrisponde al nostro frocio), il ministro del Turismo Hamisi Kigwangalla ha intanto annunciato che a tutte le persone omosessuali provenienti dall’estero sarà negato negli aeroporti l’ingresso nel Paese e saranno rispediti ai loro Paesi.
Nel frattempo è stato richiamato a Bruxelles il rappresentante Ue in Tanzania Roland van de Geer.
Il diplomatico olandese dovrà illustrare la situazione nel Paese africano ma il richiamo è anche conseguenza dell’esplicito non gradimento da parte del governo, che ne ha chiesto sabato l’allontanamento entro 24 ore.
Su segnalazione di van de Geer, l’Ue aveva emesso negli scorsi mesi diversi comunicati sul deterioramento del clima politico nello Stato dell’Africa Sud-orientale, deplorando formalmente in febbraio il susseguirsi di «incidenti che minacciano i valori democratici e diritti dei tanzaniani in un Paese ampiamente rispettato in tutto il mondo per la sua stabilità, libertà e tranquillità».
Sempre in febbraio erano usciti dal riserbo anche i vertici locali della Chiesa cattolica, che attraverso la Conferenza espiscopale tanzaniana (Tec) aveva invitato il governo a rispettare i principi democratici, ponendo fine alle violazioni della libertà di espressione e associazione nonché agli attacchi contro oppositori politici, giornalisti, artisti e attivisti per i diritti umani.
Mentre monta la tensione per quella che Amnesty International ha denunciato come situazione altamente pericolosa per le persone omosessuali in Tanzania, iniziano a registrarsi operazioni di boicottaggio come quella lanciata a Londra da Nick Harding-McKay, proprietario dell’agenzia di viaggi Travel Designers. Una risposta chiara anche alle ultime dichiarazioni del ministro Kigwangalla.
Harding-McKay ha contattato tour operator e gestori di agenzie chiedendo loro di evitare di promuovere viaggi in Tanzania e nella regione semi-autonoma di Zanzibar, mentre «questa minaccia contro una larga parte della comunità è ancora in vigore». Ha anche fatto notare come questa misura metta in pericolo tutti i turisti che visitano il Paese.
When will the UK tour operators stand up and take a stance against #Tanzania – where’s its own tourism minister is describing gays as ‘faggots’ and saying gay tourists will be deported ! @KuoniTravelUK @T2News @carrierholidays @AfricaandBeyond pic.twitter.com/yVlPgydYd4
— Nick Harding-McKay (@HardingMckay) 3 novembre 2018