Utilizzando il grido urdu di vittoria Zindabad – che significa Lunga vita – all’indirizzo della Corte Suprema, un colorato corteo di alcune migliaia di persone ha percorso, nel pomeriggio, il centro di New Delhi a pochi passi da Connaught Place.
Ad aprire la parata uno striscione dorato con la scritta Delhi Queer Pride 2018, seguito da giovani che cantavano e danzavano in abiti arcobaleno. Gran parte delle persone partecipanti indossavano maschere gliterrate. Alcune, inoltre, sfoggiavano sari, altre abiti da sposa.
La parata, a differenza delle passate edizioni, si è configurata come una vera festa e si è svolta in un clima molto disteso sotto gli occhi di pochi agenti di polizia.
La marcia dell’orgoglio Lgbti è stata la prima nella capitale indiana dopo la sentenza della Corte Suprema che, il 6 settembre, ha cancellato la sezione 377 del Codice penale (sulla base della quale le “offese contro natura” sono state perseguite per 157 anni con pene di reclusione fino a dieci anni) e ha così depenalizzato l’omosessualità nello Stato più popolato al mondo dopo la Cina.
A indirla quale tributo alla Corte Suprema le associazioni per i diritti delle persone Lgbti ma anche attivisti e legali, che hanno combattuto per il raggiungimento dello storico verdetto.
«L’India ha appena festeggiato Diwali, che celebra l’uscita dall’ignoranza verso la luce. Per noi questi due mesi dopo la sentenza della Corte sono stati la stessa cosa – ha detto il celebre avvocato nonché attivista Vivek Divan -. Molti sono usciti allo scoperto, hanno rivelato la loro vera identità in famiglia, sul lavoro, agli amici. Molti occhi si sono aperti».
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