Si è tenuta oggi presso Palazzo Chigi, dopo quella del 13 novembre scorso, la seconda riunione del Tavolo permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone Lgbti, presieduto dal sottosegretario della presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e ai Vincenzo Spadafora.
Nell’ambito dell’incontro è stata presentato un progetto dell’Istat relativo alle discriminazioni sul luogo di lavoro che, finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità, sarà a condotto a termine nel 2021. A illustrarlo Federico Polidoro, dirigente del Servizio Sistema integrato sulle condizioni economìche e i prezzi al consumo presso l’Istituto nazionale di Statistica.
Dell’incontro cosi ne ha parlato lo stesso sottosegretario su Facebook: «Si è tenuto oggi, a Palazzo Chigi, il tavolo con le associazioni Lgbti, con il quale stiamo portando avanti un lavoro molto prezioso. Oltre ad un progetto dell’Istat relativo alle discriminazioni sul luogo di lavoro, abbiamo presentato le linee guida del nostro intervento, che avverrà anche attraverso la collaborazione di altri Ministeri.
Il tavolo opererà in gruppi di lavoro su alcuni temi decisi insieme. Questo lavoro produrrà un piano di attività definitivo, che approveremo entro metà marzo con fondi e tempi certi. Metteremo in campo azioni concrete, capaci di incidere nella quotidianità per il contrasto alle discriminazioni e per il supporto alle vittime. Proprio queste molte, troppe, vittime dovrebbero richiamarci ad una presa di responsabilità collettiva nell’avanzamento culturale dei diritti e delle libertà».
È da rilevare come da parte di esponenti di quattro associazioni (Marilena Grassadonia, Famiglie Arcobaleno; Leonardo Monaco, Certi Diritti; Sandro Gallittu, Cgil Nuovi Diritti; Sebastiano Secci, Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli) sia stato chiesto a Spadafora d’impegnarsi a far sì che sia revocato il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri al prossimo World Congress of Families.
Fissato a Verona dal 29 al 31 marzo, il meeting vedrà intervenire, fra gli altri, quali relatori personalità di spicco della galassia omofoba intenazionale quale il presidente della Moldavia Igor Dodon e la ministra ugandese Lucy Akello, che nel 2014 aveva proposto un progetto di legge volto a introdurre la pena di morte per “omosessualità aggravata”.