Non c’è mai stata alcuna richiesta di revoca al patrocinio del Governo al Congresso mondiale delle Famiglie, per cui è confermato. A riferirlo nell’aula di Montecitorio, durante il question time, è stato il ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana, rispondendo a due interrogazioni parlamentari presentate dal Pd e da FdI.
«Alcune notizie apparse in questi giorni – ha dichiarato – sono destituite da ogni fondamento: confermo l’intento di concedere all’evento il patrocinio, deciso a novembre. E confermo la mia partecipazione al convegno. Il comitato organizzatore del Congresso mondiale delle Famiglie ha presentato formale richiesta di patrocinio ai miei uffici nei mesi passati, inoltrando tutti i documenti necessari e, dopo una approfondita analisi e valutazione della documentazione ricevuta, è stato concesso il patrocinio nel novembre scorso. Mentre per il logo la materia appartiene al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria».
Fontana ha quindi chiarito come non sia «stata avanzata alcuna richiesta di revoca del patrocinio, né di natura politica né amministrativa, ma solo di approfondimento istruttorio di alcuni aspetti tecnici, relativi, ad esempio, al pagamento di un ticket di ingresso, chiarendo che l’iniziativa non può assumere alcun fine lucrativo. Mi sarei aspettato qualche richiesta di chiarimento, anche in forma privata ma attualmente questa non è ancora avvenuta».
Implicito quanto evidente riferimento alle posizioni critiche sull’assise verone da parte del pentastellato Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Pari Opportunità e ai Giovani.
Tantissime le critiche che si sono levate da esponenti dell’opposizione, che hanno puntato il dito contro gli esponenti M5s del Governo accusandoli di falsità. Se per la deputata dem Giuditta Pini «i sottosegretari Stefano Buffagni e Vincenzo Spadafora stanno mentendo da due settimane», la sua omologa Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, non è stata meno tranchant nell’affermare: «Dopo settimane di inutili balletti tra Lega e 5 Stelle finalmente il ministro Fontana ha svelato la verità sul patrocinio della Presidenza del Consiglio al sedicente Congresso della famiglia e ha confessato che nessuna richiesta di ritiro è mai stata formalizzata. Di cosa parlano allora i pentastellati quando fingono di stracciarsi le vesti?».
Dall’area associazionistica durissimo l’attacco di Francesca Chiavacci, presidente di Arci, che ha dichiarato: «Siamo alla farsa. Ministri smentiti da altri ministri sul patrocinio al Congresso dei misogini e omofobi. Smentendo quanto dichiarato dallo staff di Palazzo Chigi qualche giorno fa e dal sottosegretario Spadafora, oggi il ministro Fontana conferma il patrocinio del Governo al Congresso, che promuove teorie discriminatorie e incita l’odio».
Ma sul Congresso di Verona si è espresso criticamente anche il direttore de L’Avvenire Marco Tarquinio.
A margine delle celebrazioni fiorentine per i 35 anni di Toscana Oggi, il settimanale delle diocesi toscane, il numero uno del quotidiano della Cei ha infatti parlato di «elementi che fanno pensare: il primo è la partecipazione di esponenti politici italiani monocolore e questo diventa un po’ sospetto per l’opinione pubblica». L’altro che «in concomitanza di questo evento arrivino promesse, come al solito in Italia, su mirabolanti misure a favore della famiglia». Promesse che «sentiamo echeggiare da 25 anni in tutte le campagne elettorali e, guarda caso, siamo vicini alle europee. Vorremmo vedere i fatti e ascoltare un po’ meno promesse».
Per Tarquinio, pur trattandosi «di una realtà mondiale che ha un approccio ai problemi della famiglia sostanzialmente corretto su tante questioni», a essere inaccettabile è il suo inserimento nel dibattito pubblico con «modalità sbagliate».
Parole, queste, che utilizzate ieri dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, sono state così spiegate dal direttore de L’Avvenire: «È promossa da un’organizzazione internazionale che raduna persone di diverse culture e provenienza, dove i cattolici sono una parte e forse una minoranza degli organizzatori. Il presidente è un quacchero ed è sostenuto a spada tratta da organismi dell’Est europeo, soprattutto russi, e nord americani».
Per Tarquinio, insomma, «c’è anche molto pregiudizio e, come dico sempre, bisognerebbe ascoltare bene quello che viene detto e come viene detto».