È stato firmato oggi pomeriggio, nella Sala del Tricolore a Reggio Emilia, il Protocollo operativo per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone Lgbti, che coinvolge il Comune, Arcigay Gioconda, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Ufficio scolastico di Reggio Emilia, Tribunale di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia, Istituzione Scuole e Nidi delliInfanzia di Reggio Emilia, Fondazione per lo Sport, Fondazione Mondinsieme, Istituti Penali Di Reggio Emilia – C.C. C.R.
Alla firma erano presenti – oltre al presidente di Arcigay Gioconda Alberto Nicolini e al segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni – il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, l’assessora alle Pari opportunità della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti, l’assessora con delega alle Pari opportunità del Comune di Reggio Emilia Natalia Maramotti e Margherita Graglia, psicologa e psicoterapeuta, formatrice esperta sui temi dell’orientamento sessuale ed identità di genere, coordinatrice del Tavolo per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone Lgbti.
«Siamo grati alle istituzioni e gli enti – ha commentato Alberto Nicolini – che hanno capito l’importanza dell’inclusione concreta delle persone Lgbti, per inviare segnali positivi che incoraggino il coming outtra gli utenti e prima ancora tra i propri lavoratori e lavoratrici. Auguriamo a tutte e tutti noi di essere all’altezza dell’esperienza – prima in Italia – di un impegno concreto a tutto tondo, dall’accoglienza delle coppie di genitori gay e lesbiche negli asili (bimbi che già ci sono, nel Reggio Approach) alle carceri che aprono le porte alle associazioni che vogliono portare sostegno alle persone ospitate nella sezione trans regionale a Reggio Emilia.
Arcigay c’è e ci sarà, perché anche nel buio di questi giorni, Reggio sa essere un laboratorio di vita e inclusione. Concludo tuttavia con una domanda: perché Reggio Emilia sì, e Scandiano no? Perché chi abita a Castelnovo Monti, a Piacenza, a Imola non può avere accesso alle stesse buone pratiche? Ecco, con questa firma ci ricordiamo ancora una volta di quanto ci serva la legge regionale contro le discriminazioni Lgbti scandalosamente arenata per giochi ideologici fatti sulla nostra pelle. È tempo di legge, e oggi lo dice Reggio Emilia tutta».
Il Protocollo Operativo nasce nell’ambito del lavoro svolto dal Tavolo interistituzionale per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone Lgbt per limitare questo fenomeno e promuovere il principio di uguaglianza senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
«Il Protocollo operativo sottoscritto a Reggio Emilia – ha commentato il segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni – è un esempio di quanto le realtà istituzionali territoriali possano fare molto, cooperando fra loro per il contrasto ad ogni forma di discriminazione. Siamo convinti che il modello Reggio Emilia possa e debba essere esportato in tante altre realtà del nostro paese, la pubblica amministrazione può fare molto per rendere migliore la vita dei cittadini e la realizzazione di connessioni stabili tra servizi, istituzioni e realtà locali è la giusta formula per fare in modo che ciascuno per il proprio settore di azione contribuisca allo sforzo per la piena uguaglianza fra i cittadini».
Il documento impegna gli enti,le istituzioni e le associazioni territoriali di riferimento a condividere e rendere efficaci le azioni d’intervento da attivare per contrastare l’omotransfobia e l’omotransnegatività, tra cui:
- l‘adozione di un linguaggio inclusivo e rispettoso dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere di ogni persona negli atti, nella modulistica e nella comunicazione interna ed esterna del Comune di Reggio Emilia;
- l’adozione della misura dell’Alias secondo la richiesta di studenti dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e del personale comunale dipendente in percorso di transizione di genere, salvo gli obblighi giuridici di ricorso agli estremi anagrafici ufficiali;
- il modificare, nel caso dell’Ausl di Reggio Emilia, i questionari di gradimento che possono essere compilati dagli utenti adottando un linguaggio inclusivo dell’identità di genere;
- promuovere riflessioni e approfondimenti con i Consigli Infanzia Città e con i genitori dei nidi e delle scuole dell’infanzia.
Il documento mira inoltre a creare una sinergia tra i vari livelli istituzionali e i soggetti privati attivi sul territorio per la creazione di una rete finalizzata al contrasto delle discriminazioni, prevedendo anche un piano di azione che contenga strategie e metodologie di lavoro condivise al fine di conoscere e contrastare i vari aspetti del problema con particolare attenzione alla lotta all’omotransfobia/omotransnegatività.