Conferenza stampa di presentazione stamani a Genova del Liguria Pride, che si terrà nel capoluogo di regione sabato 16 giugno. A illustrarne significato e finalità l’avvocata Ilaria Gibelli, socia di Rete Lenford e coordinatrice del Coordinamento Liguria Raibow, e Stefano Musso di Famiglie Arcobaleno.
La marcia dell’orgoglio Lgbti, che avrà come madrina Cecilia Strada, partirà da Via San Benedetto quale omaggio a Don Andrea Gallo, di cui il 16 giugno sarebbe ricorso il 90° compleanno.
Slogan della manifestazione sarà Allerta Pride, perché come dichiarato da Simone Castagno, socio di Famiglie Arcobaleno e componente del Coordinamento, si riscontrano «tre gradi di allerta: verde, in riferimento a un clima che sta cambiando in Europa e in Italia, dove diverse città, in primis Roma e Milano, si sono mosse o si stanno muovendo per riconoscere i diritti civili e quelli delle famiglie arcobaleno.
Ma la preoccupazione resta ed è per questo che abbiamo citato anche allerte arancione e rossa: monitoriamo attentamente il clima in cui stiamo vivendo, continuiamo a restare in guardia per cogliere segnali preoccupanti, e ci preoccupiamo non soltanto per le parole del neo ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, che ha ribadito che “per legge le famiglie arcobaleno non esistono”, ma anche per le spinte provenienti da movimenti di estrema destra come quelli che recentemente hanno inaugurato nuove sedi proprio a Genova».
Ma è allerta rossa anche in riferimento alla stessa città di Genova, il cui sindaco Marco Bucci ha rifiutato non solo di concedere il patrocinio al Pride ma, ultimamente, di riconoscere la doppia genitorialità di coppie omosessuali con figli.
Come dichiato da Ilaria Gibelli, a Genova ci sono 16 famiglie, formate da coppie di sole donne con 14 figli. Mentre, con riferimento all’intero territorio ligure, sono complessivamente 25, di cui quattro costituite da coppie di uomini. Tre delle coppie genovesi hanno fatto richiesta di riconoscimento della genitorialità all’anagrafe comunale. Ma ricevendone, appunto, un netto rifiuto da parte del sindaco.
Contattata telefonicamente, Ilaria Gibelli ha dichiarato a Gaynews: «Dopo le negata concessione di patrocinio al Liguria Pride nutrivamo la speranza che il sindaco Bucci accogliesse la richiesta di riconoscimento della genitorialità di tre coppie di mamme genovesi. Qui si tratta di vite reali.
Quando lui mi ha detto: È vietato per la legge, l’ho subito corretto affermando: Non è previsto dalla legge. Ha poi parlato dei nostri figli come “bambini che non hanno un padre ma solo una madre”, ignorando che essi sono stati voluti da entrambe ed, esseno stati concepiti con fecondazione eterologa, si è di fronte non a un padre ma a un donatore. Bucci nega dunque l’esistenza delle nostre famiglie.
Questo è sconfortante perché Genova è la nostra città e noi abbiamo deciso di vivere qui. Forse sarebbe stato più comodo vivere a Gabicce Mare e forse saremmo state più tranquille.
È paradossale, poi, che Bucci abbia fatto affiggere in città manifesti di ProVita a tutela di embrioni e poi neghi una tutela piena ai nostri bambini».